Il cinema di Hong Kong nella stagione 2002 continua a risalire la china. Lentamente, gli incassi riprendono quota e al box office aumenta la Horror Hotline... Big Head Monsterpercentuale di prodotti nazionali in classifica. Scende però la produzione in pellicola, sale quella in digitale (al 35%), pensata perlopiù per lo sfruttamento in home video, che esce in un numero limitato di sale per poco tempo al solo scopo di ottenere il visto censura e poter essere rivenduta a maggior prezzo alle case video. Si tratta ovviamente di progetti ultra-low budget, girati in fretta, senza troppi scrupoli, riciclando i set, i costumi e coinvolgendo, anche solo per brevi apparizioni, starlettes del momento destinate a breve carriera e vecchie glorie in cerca di (minima) visibilità. Caso clamoroso è quello di The New Option, portato al cinema con l'unico fine di pubblicizzare una serie di spin-off usciti direttamente in video-cd e girati in 8mm. Il Cat. III e l'erotico passano in pianta stabile in mano a piccole case indipendenti, specializzate nello scritturare attrici, spesso giapponesi, senza troppi timori reverenziali di fronte a nudi e volgarità (come Sophie Ngan o Grace Lam, attuali reginette del soft-core). Resiste, a fatica, in pellicola, l'horror: con l'eccezione di rilievo della miriade di produzioni sotterranee patrocinate dalla B&S Film Workshop di Takkie Yeung, che rileva dalla Mandarin la popolare serie Troublesome Night e la moltiplica al ritmo di cinque / sei episodi, tutti inevitabilmente mediocri, all'anno. Non mancano gli exploit di rilievo, al di fuori dalla serializzazione programmatica: New Blood del talentoso Cheang Pou-soi, che si ripete dopo l'ottimo Horror Hotline… Big Head Monster e si conferma come autore giovane da tenere d'occhio; Haunted Office, tradizionale e tripartito; Inner Senses, con Leslie Cheung; la co-produzione a episodi Three; The Eye, dei fratelli Oxide e Danny Pang, arrivato anche in Italia e patrocinato da Peter Chan.
Il 2002 convalida soprattutto il trend della commedia, vincente al botteghino: riparte dopo qualche anno di pausa la sfida per il capodannoDragon Loaded 2003 cinese tra pellicole all star pensate esclusivamente per le famiglie. Tra il favoritissimo Fat Choi Spirit, Chinese Odyssey 2002 del redivivo Jeff Lau (due film in pochi mesi: oltre a questo il movimentato Second Time Around) e l'outsider Marry a Rich Man è proprio quest'ultimo, a sorpresa, ad aggiudicarsi il primo posto. Il vincitore morale della sfida è Vincent Kok, che acquista credito di regista affidabile anche per prodotti di alto livello: non a caso gli saranno dati in consegna un comico emergente, Ronald Cheng, con il preciso scopo di lanciarlo presso il grande pubblico (Dragon Loaded 2003), e una commedia (My Lucky Star) fondata sulle due superstar Tony Leung Chiu-wai e Miriam Yeung (in fortissima ascesa anche grazie a Dry Wood Fierce Fire di Wilson Yip). Un gradino dietro rimangono gli inossidabili Johnnie To e Wai Ka-fai, che continuano a fare centro al box office sfruttando la redditizia immagine di Andy Lau e Sammi Cheng (meglio se in coppia), alternandosi tra commedia (Fat Choi Spirit, My Left Eye Sees Ghosts) e noir (Running Out of Time 2). Anche il padrino di Kok, Joe Ma, fa grandi passi in avanti: con Love Undercover e The Lion Roars rende più popolare e commerciabile la sua abituale vena ironica dedicata ai giovani e garbata nei toni e nella forma. Sulla scia di Ma, con il piacevole My Wife Is 18, James Yuen costruisce un piccolo monumento alla verve della scatenata Charlene Choi, già immortalata con la compagna musicale Gillian Chung in Summer Breeze of Love. In questo mare magnum di grandi produzioni si ritaglia uno spazio il poco costoso Fighting for Love di Dayo Wong, surreale esercizio di comicità e nonsense.
Risate e buoni incassi spingono la coppia Chan Hing-kar (co-regista, sceneggiatore e produttore) / Patrick Leung (regista) - più Amy Chin, produttrice - a riproporre cast e atmosfere del brillante La Brassiere nel seguito Mighty Baby, meno riuscito. Sorrisi e nostalgia la fanno Just One Lookda padrone anche in due hit stagionali quali Golden Chicken e Just One Look, che recuperano nel passato recente e nell'autoreferezialità alcuni stimoli ormai perduti dal cinema di Hong Kong. In un certo senso il 2002 può essere visto come l'anno dei ritorni: quello di Derek Chiu con due film in pochi mesi, Frugal Game, memore dei fasti della Cinema City, e il tragico Time 4 Hope; quello di Sylvia Chang dietro la macchina da presa con il sottovalutato Princess D, interessante mix di live action e animazione computerizzata; quello di Ann Hui ai vecchi splendori con l'eccellente dramma familiare July Rhapsody, che lancia nell'Olimpo dello stardom la giovanissima Karena Lam e ripropone in ruoli convincenti gli ormai veterani Jacky Cheung e Anita Mui (oltre e far dimenticare la mezza delusione di Visibile Secret II, horror ambizioso solo prodotto dalla Hui per la regia dello sceneggiatore Abe Gwong). Dante Lam, prima di impegnarsi nel blockbuster The Twins Effect, riesce a sfornare lo sfilacciato Tiramisu, mélo giovanile ricco di effetti speciali, uno degli ultimi film interpretati da Nicholas Tse prima di un momentaneo ritiro dovuto a uno scandalo giudiziario. Anche Cecilia Cheung fa parlare di sé a causa di un brutto infortunio che la tiene a lungo lontana dai set. Emergono prepotentemente Daniel Wu, Louis Koo (ormai comico a tempo pieno), Shawn Yue, Eason Chan e Edison Chen, quest'ultimo spesso abbinato, come i colleghi cantanti Shine e il rinato Ekin Cheng, al duo pop Twins; ma lo scettro di Andy Lau e Tony Leung Chiu-wai è ancora lontano. Cadono malamente i divi di statura media, come Nick Cheung, Jordan Chan, Kenny Bee, Alex To, Dave Wong, scaricati e senza ruoli adatti alle loro capacità. Ritornano invece in auge i comprimari affidabili, come Anthony Wong, Lam Suet, il folletto Chapman To e Eric Tsang.
In ambito poliziesco si distingue il solido Infernal Affairs, vero mattatore di fine anno: espone al grande pubblico l'indiscutibile talento del co-regista Alan Mak e rimpolpa le finanze dell'astuto Andrew Lau (che così si riprende dai clamorosi fiaschi del tecnologizzato The Wesley's Mysterious File, con la rediviva Rosamund Kwan, e dello sbiadito Women from Mars, girato per aiutare l'amico Frankie Ng in gravi So Closedifficoltà economiche). In men che non si dica sul successo del prototipo in mezza Asia, Cina compresa - anche se con un finale addolcito -, il co-regista e produttore, insieme all'inseparabile Manfred Wong, costruisce una stratosferica campagna promozionale mettendo in cantiere un prequel e un sequel in rapidissima successione. La flessione riguarda gli altri film d'azione, o troppo poveri (Interactive Murders, Memento, The Wall, questi ultimi girati direttamente in digitale) o troppo globalizzati. Impazzano grandi co-produzioni internazionali, quasi tutte destinate all'insuccesso nonostante le sbandierate premesse e capitali ingenti: The Touch di Peter Pau, che vede di nuovo Michelle Yeoh nei panni dell'eroina spericolata; The Hidden Enforcers con Sammo Hung; So Close di Corey Yuen (altro atteso ritorno) con Vicky Zhao, Shu Qi e Karen Mok. E' molto più conveniente girare in Cina, per risparmiare, per provare a farsi amici i futuri padroni - magari anche solo incensando Hero di Zhang Yimou - e aprirsi nuovi sbocchi economici: il polpettone bellico-buonista May & August e il mélo Loving Him sono girati direttamente in mandarino. Il thriller trasgressivo è oramai annacquato, scivola sempre di più nella maniera, nella presunzione e nel finto politicamente scorretto. Ching Siu-tung promette brividi e grandi combattimenti con il patinato Naked Weapon, girato interamente in inglese e poi doppiato in cantonese, ma regala solo sbadigli e piattume kitsch; Marco Mak è costretto a sforbiciare pesantemente l'insulso The Peeping, tratto da un vero scandalo taiwanese, per passare dal divieto ai minori al più accettabile, per i produttori, Cat. IIb: rispetto a metà anni '90, quando si spingeva in senso opposto, è la totale inversione di tendenza. Gli unici che mantengono ironia e competenza tecnica sono Leong Tak-sam, il cui frizzante The Stewardess diverte e ripropone il tema a lui caro sul confronto tra cinesi e giapponesi, e lo sperimentale The Runaway Pistol.

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