The ContractDopo aver preso di mira il mondo del gioco d'azzardo (Games Gamblers Play), dei manicomi (The Last Message) e degli investigatori privati (The Private eyes), la famiglia Hui sposta il suo obiettivo per inquadrare il mondo della televisione. Uno sguardo privo di timori reverenziali, che anzi sa approfittare dell'esperienza personale (gli esordi nel mondo dello spettacolo con il grande successo dell'Hui Brothers Show trasmesso dalla TVB) per fornire una visione smaliziata dei set televisivi. Un complicato intreccio di storie e personaggi, con tre protagonisti legati dalla stessa sorte beffarda: Chin-wan ha firmato un contratto con la rete MTV ma non trova spazio come showman, Shih-chieh è un abile prestigiatore che in attesa della grande occasione offre il suo spettacolo in un night club, Tadpole è un bislacco inventore le cui idee sono pericolosamente in bilico tra genialità e follia. Tutti e tre vorrebbero raggiungere il grande successo e sfondare, ma solo Chin-wan è baciato dalla fortuna: contattato dall'emittente Cat, con la possibilità di condurre uno spettacolo tutto suo, il presentatore ha però il problema di dover prima sciogliere il precedente contratto (capestro).
Lo schema non cambia: la netta divisione tra la prima parte, in cui prevale l'aspetto satirico con la presentazione dei tre protagonisti schiavizzati e frustrati, e la seconda, più specificamente comica, in cui l'evoluzione della vicenda si trasforma in una sarabanda di gag e inseguimenti ai limiti del grottesco, è l'unica novità. Nonostante una certa disparità di ritmo - la prima metà costruisce quei presupposti che saranno sistematicamente distrutti nella seconda - la tensione è ben distribuita. La scena è divisa in tre settori scollegati tra loro, in ciascuno dei quali lavora ognuno dei tre eroi: Michael, la cui forza comica (e la cui fama) è il piatto forte, ha diritto a un'esposizione maggiore rispetto ai fratelli. Tra i film che hanno come protagonista il trio, The Contract è probabilmente quello che fa ridere di più. Una volta che il meccanismo è partito, è impossibile resistere: il linguaggio adoperato è universale. Ibridato con un gusto tutto orientale per la scatologia, ogni sketch - tra sberleffi razzisti (contro un indiano prepotente) e prove tecniche per trasmissioni improbabili (una concorrente costretta a scegliere tra una borsa piena di soldi e la vita del marito) - risulta ancora più efficace quando colpisce i nervi scoperti dell'uomo medio.

Hong Kong, 1978
Regia: Michael Hui
Soggetto / Sceneggiatura: Michael Hui
Cast: Michael Hui, Samuel Hui, Ricky Hui, Lau Guen Guen, Yeung Wai

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.