Categoria: FILM

The Splendour of YouthThe Splendour of Youth - ma non è meno bello l'altro titolo con cui è conosciuto, The Tender Age -, è un dramma fosco e serrato, uno dei 39 film girati in cantonese tra il 1955 e il 1964 dalla M.P. & G.I. prima di trasformarsi in Cathay. Storia tristissima e molto ardita: ospitata da Daini, una ricca compagna di scuola, Xiangying scopre che la famiglia dell'amica è un covo di vipere, frequentato da ricconi decadenti dediti ad ogni tipo di piacere, sobillati dalla stessa madre, che spinge le tre figlie tra le braccia dei suoi ospiti per ricavarne il denaro necessario a sostenere le spese domestiche. Costretta a partecipare, con risultati tragici, alle feste che ogni notte animano la villa, e conosciuto un vicino di casa, Gong Liqun, onesto lavoratore ma di umili origini, Xiangying decide di abbandonare l'ambiente lussurioso e di cercare riparo tra le sue braccia.
Tratto, come altri cinque film del regista Cho Kei - che soleva definirsi abile soprattutto in ambito mélo -, da un romanzo di Cheng Wai (autore anche del testo di partenza di un altro grande classico prodotto in quel periodo dagli stessi studios, Our Sister Hedy), The Splendour of Youth è, a partire dal titolo volutamente ingannevole, un dramma estremamente complesso. Connotata politicamente (il ceto alto-borghese, corrotto e irrecuperabile, ne esce a pezzi), audace, splendidamente realizzata (ci vollero dodici mesi di lavorazione: un record, ben ripagato, per il solitamente economico cinema cantonese), enfaticamente coinvolgente, recitata in grande stile (menzione d'onore per l'ottima Tsi Law Lin; e c'è addirittura spazio per un cammeo del regista Lee Tit), elegante e raffinata (un efficace ossimoro, vista la crudezza dei temi), l'opera è una pietra miliare del cinema popolare a cavallo tra anni '50 e '60, difficilmente superabile, sia formalmente (risalta l'eccellente colonna sonora di So Man a base di violino e orchestra, capace di infuocare gli animi nei momenti più concitati) che contenutisticamente. Tanto che venne di fatto definito duro, essenziale, coraggioso, con un «forte tocco di vita reale, rivelatore dell'ipocrisia e del male insito nell'alta società»1. Un po' mélo, un po' noir2, The Splendour of Youth è un esperimento tremendamente moderno, accattivante, pessimista forse anche moralista e retorico, ma talmente convinto del messaggio di cui si fa latore da superare agilmente le barriere dello stereotipo (i cattivi caratterizzati fisicamente per essere facilmente riconoscibili) e del facile pietismo spicciolo.

Note:
1. Cfr. in proposito Li Cheuk-to - A Look at MP & GI Cantonese Films Trough the Work of Tso Kea, in Wong Ain-ling - Cathay Story (Hong Kong Film Archive, 2002 - pag. 252).
2. Ricorda nel suo bianco e nero spettrale tanto i low budget dell'americana RKO quanto certi drammi realisti italiani degli anni '40 come Gioventù perduta di Germi.

Hong Kong, 1957
Regia: Cho Kei
Soggetto: Cheng Wai
Sceneggiatura: Cho Kei
Cast: Tsi Law Lin, Ng Cho-fan, Mui Yee, Lai Cheuk-cheuk, Cheung Ying