Categoria: FILM

Iron MonkeyUn giustiziere mascherato di nero vestito volteggia nella notte sulle teste di alcuni monaci di Shaolin, ingiustamente posti a difesa di funzionari imperiali corrotti che speculano sulle miserie della popolazione. Siamo sul finire dell'epoca Ching (o Qing, 1644-1911), dopo un terribile nubifragio che ha messo in ginocchio il paese. Nella città di Chekiang l'unica salvezza contro gli abusi è Iron Monkey, che ruba ciò che i ricchi hanno estorto per ridarlo ai legittimi proprietari.
Questo l'incipit, e sembra proprio di trovarsi nel mezzo di uno strano cross-over in salsa cinese tra Robin Hood e Batman. Ma la sensazione è solo di superficie, dato che a parte le somiglianze sul personaggio - Iron Monkey ha una doppia identità e si muove di notte tra i tetti della città - questo film nasconde al suo interno una ben più tradizionale storia di rivalità, amicizia negata e vendetta.

La Film Workshop di Tsui Hark (qui produttore e co-sceneggiatore) torna a colpire e prosegue nella sua meritoria opera di rilettura dei classici in chiave moderna. Iron Monkey è infatti la rivisitazione di un personaggio ben presente nella tradizione al pari di Fong Sai Yuk o di Wong Fei-hong, protagonisti nel passato di numerose di pellicole. Il vero cuore del film è infatti l'incontro scontro tra Iron Monkey e Wong Kai-ying, padre proprio di Wong Fei-hong - qui ancora un bambino (e tra l'altro interpretato da una ragazza) -, costretti dalle circostanze a confrontarsi e a combattersi. Dopo l'ennesima truffa il governatore decide di scovare a tutti i costi il malfattore e arresta tutti gli abitanti che abbiano qualche relazione con il ricercato (viene persino arrestato un mendicante con la sua scimmietta) o che dimostrino una grande abilità per le arti marziali. Tra questi c'è Kai-ying che viene costretto sotto la minaccia di torturare suo figlio a combattere contro l'eroe mascherato. I problemi sorgono quando, lasciato solo, la popolazione si rifiuta persino di dargli da mangiare. Gli unici ad accoglierlo saranno il Dr. Yang (e non è difficile intuire chi lui sia) e la sua assistente Orchid. Kai-ying e Iron Monkey dapprima si affronteranno, fino poi ad unire le forze in un epico e classico duello finale...

Sicuramente non siamo dalle parti del capolavoro, Iron Monkey è una pellicola troppo discontinua per ambire a tale traguardo, però non c'è dubbio che ci si trovi di fronte ad un film che raggiunge pienamente l'obiettivo di intrattenere. Tutto è infatti sapientemente dosato per ottenere tale effetto, dalle scene d'azione al pathos della sceneggiatura, fino agli intermezzi comici a stemperare la tensione e alla recitazione divertita degli attori. Le invenzioni coreografiche si susseguono a ritmo incessante, e sono loro a colpire maggiormente. Wire work degni di tal nome e un montaggio serrato rendono le scene d'azione quanto di più vicino ad un balletto rituale e simbolico si possa immaginare, in cui lo stupore regna sovrano. Senza dubbio merito dei tre martial arts director Yuen Shun-yi, Yuen Cheung Yan e Goo Hin Chiu, ma probabilmente soprattutto dell'esperienza di Yuen Woo Ping. I due attori principali, il duplice Yu Rong Guang (specialista del genere, spesso in ruoli da cattivo) e Donnie Yen, sono perfettamente in parte, regalando un'interpretazione carismatica e mai troppo seriosa. Nulla di trascendentale, beninteso, ma un buon passatempo per una serata un po' fiacca.

Hong Kong, 1993
Regia: Yuen Woo Ping
Soggetto / Sceneggiatura: Tsui Hark, Lau Dai Muk, Dang Bik Yin
Cast: Yu Rong Guang, Donnie Yen, Jean Wang, Yen Shi-kwan, Chang Si Man