Categoria: FILM

The Twins Effect IIIn una società immaginaria, dominata dal genere femminile (sulla falsariga delle mitologiche Amazzoni), due ragazze hanno una missione da compiere, pur detestandosi e non sapendo che le loro strade dovranno necessariamente incrociarsi. Blue, emissaria imperiale, deve ritrovare un manufatto rubato alla sua regina ed impedire che l'oggetto cada nelle mani dello sconosciuto Star of Rex, eroe prediletto alla successione del trono; Spring, beffarda venditrice di schiavi, ha l'ingrato compito di dover identificare un uomo misterioso da consegnare alla sua committente. Unitesi per puro caso, le due guerriere, abili nelle arti marziali e nel combattimento, devono sbarazzarsi della concorrenza di un pericoloso rivoluzionario, Crouching Tiger Hidden Dragon, anch'egli sulle tracce del monile e del prescelto, e di una traditrice senza scrupoli che nella smania di salire al trono è disposta a qualsiasi colpo basso.
Sostituita la coppia di registi a capo di un blockbuster tanto ambizioso quanto celebrato a priori, il risultato non cambia, se non addirittura in peggio. E dire che era difficile spingersi più in basso del già brutto The Twins Effect, invece The Twins Effect II, sequel solo nominale, delude sotto ogni punto di vista: sceneggiatura, direzione, coreografie, digitale, attori, scenografie. Il film di vampiri, cortesia della madrepatria Cina, lascia il posto a un fantasy avventuroso sdolcinato e ripulito che nel suo inutile arabeggiare vorrebbe citare The Eagle Shooting Heroes, ma tolto l'unico attore in comune - Tony Leung Ka-fai, che funziona ancora una volta en travesti ed è simpatico come sempre - non c'è traccia dell'ironia, della grazia e dell'intelligenza del capolavoro di Jeff Lau.
Patrick Leung e Corey Yuen, quest'ultimo prende il posto di Donnie Yen - solo attore nella circostanza - nell'ideazione e nella direzione delle scene acrobatiche, falliscono nell'esatto momento in cui tentano di disegnare una fiaba dal sapore esotico ma universale. Le due Twins sono totalmente fuori parte, in costume il loro campionario di faccette e smancerie risulta troppo poco credibile, idem le controparti maschili, con un nutrito contorno di stelle, da Edison Chen a Jackie Chan (e figlio, insipido raccomandato), da Daniel Wu al comico Jim Chin. La patina di perfezione formale è terribile, le sequenze pericolose eccessivamente pompose, i duelli tirati fino alla nausea, locations e costumi infantilmente fuori luogo. Perdipiù la moralina di fondo, che inneggia a buoni sentimenti, amore platonico e pacificazione, la pressoché totale assenza di sangue e cattiverie e la blanda reiterazione di luoghi comuni, nell'invano tentativo di non scontentare nessuno, fanno pensare, automaticamente, a un cinema pro-regime, statico, inutilmente auto-controllato, rigorosamente entro gli schemi e puerilmente retrogrado, lontano mille miglia dallo sfarzo e dall'inventiva che con simili premesse produttive si sarebbero potuti mettere in gioco.

Hong Kong, 2003
Regia: Patrick Leung, Corey Yuen
Soggetto / Sceneggiatura: John Chan Kin-chung, Michelle Tsui, Chit Ka Kei, Lam Suet, Szeto Wai-cheuk
Cast: Gillian Chung, Charlene Choi, Jaycee Chan, Wilson Chen, Donnie Yen