Categoria: CANTOPOP E CINEMA

My Heart Is that Eternal RoseCorreva l’anno 1988 quando Patrick Tam girò la sua ultima fatica (dovremo aspettare quasi 20 anni per After This Our Exile). Un action-mélo a basso budget, una storia d’amore piuttosto convenzionale - la bella contesa tra l’eroe romantico, l’impacciato giovanotto e il boss cattivo. Cosa rende questo film tanto speciale?

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La regia di Tam, la fotografia di Christopher Doyle e la colonna sonora di Danny Chung, tre elementi mirabilmente intrecciati. Il pathos che esploderà ineluttabilmente nella sequenza della sparatoria finale, debitrice di Peckimpah, si evince già dai titoli di testa. Candide rose che si tingono di rosso, avvolte nel fuoco, mentre scorre triste la melodia sovrastata dall’inconfondibile voce di Anita Mui. E’ la commovente song Decorative Tears, successivamente cantata dalla rassegnata Lap (Joey Wong) su richiesta del boss Shen (Chan Wai Man) per intrattenere gli ospiti del club. Questa canzone è il chiaro esempio di come una cover possa rivelarsi più riuscita della versione originale. Il titolo originale è Eki. Composta nel 1987 da Takeuchi Mariya per Nakamori Akina, diventò più famosa per la versione cantata dall’autrice stessa. Ma è l’interpretazione di Anita Mui a renderla unica ed indimenticabile.

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