Categoria: FILM

The DuelL'idea di di prendere i topoi narrativi del wuxiapian per smitizzarli e tramutarli in parodia non è certo nuova, basti pensare, nel recente passato, ai due episodi di Royal Tramp o a The Eagle Shooting Heroes. Andrew Lau, dopo aver provato a rivitalizzare il genere con innesti di computer grafica (si veda i capitoli The Storm Riders e A Man Called Hero), tenta anche questa strada. E in effetti sulla carta il progetto poteva anche avere un senso, soprattutto considerato che tra i martial arts director figurava un certo Ching Siu-tung.
Senza dubbio il film parte bene. La giusta dose di comicità (Nick Cheung in dreadlocks e occhialini scuri è fenomenale!) e di epicità (magistrale il primo duello tra Cheung e le quattro sorelle) fanno ben sperare. Peccato che dopo questa primo quarto d'ora di fuoco, il film si inabissi perdutamente, evidenziando da un lato l'involuzione stilistica di Lau, ormai schiavo dei suoi trucchetti high tech, e dall'altro la vacuità senza speranza della trama e dell'intero film. La storia infatti si sfilaccia, perdendo di vista un tema centrale per triturarsi in rivoli di non-senso completamente deleteri. In sé il fatto di avere un plot intricato non è certo una novità né una cosa negativa, specialmente per un genere come il wuxiapian, abituato a questa mole di eccessi quasi barocca. Peccato che in The Duel questi continui cambi di registro e di piano servano solo a far precipitare lo spettatore nella noia più completa. Poco interessa quindi lo svolgersi della meta-trama che dovrebbe reggere le fila - che per inciso vede Dragon 9 (Nick Cheung) nel difficile compito di scegliere le otto persone che avranno il privilegio di assistere allo scontro del secolo tra i due maestri Cool-son Yeh e Simon The Snow-Blower sui tetti della Città Proibita, e che al contempo dove vedersela con un complotto per detronizzare l'imperatore - visto che poi il film precipita in continui vicoli ciechi presumibilmente pensati solo ed esclusivamente per assicurare l'effetto a gag di seconda mano. Il film infatti dopo l'impennata iniziale si adagia sugli allori e non ha più sbalzi creativi, neanche nel prefigurato scontro finale. I duelli si rarefanno fino a scomparire, le trovate comiche o narrative scadono sempre di più nel già visto, e quello che rimane è una pagliacciata in costume, fotografata sì benissimo, ma totalmente priva di senso e, quel che è peggio, di attrattiva.
Così si arriva al secondo anello debole della catena. Andrew Lau non sembra ormai in grado di far altro che riciclare se stesso. Sembra non importargli più né il genere né il registro dei film che dirige (che si tratti di commedia in costume come in questo caso, di commedia sentimentale o del settimo capitolo della serie Young and Dangerous). Pare anzi che il suo scopo principale sia imprimere il suo marchio ad ogni pellicola che firma con una serie di zoomate artificiali, di colori fluo e di innesti di CG senza badare ad altro che alla logica dell'accumulo scellerato, distruggendo così in primis ogni equilibrio interno, ed in secondo luogo ogni tentativo di sospensione dell'incredulità. E' triste quindi vedere come un regista, una volta trovata la propria gallina dalle uova d'oro (in questo caso lo stile cool e in un certo senso post-moderno di Young and Dangerous), si limiti ad applicarlo acriticamente a qualsiasi cosa gli capiti sotto mano, senza porsi domande o interrogativi di sorta. Un peccato, soprattutto visto che agli inizi della sua carriera Lau sembrava essere uno degli autori su cui si poteva puntare per un rinnovamento interno degli abusati cliché del cinema hongkongese.
The Duel è un film che delude le aspettative create dall'incipit e vale la pena di essere visto solo dagli appassionati del genere che non hanno paura di affrontare un'ora e quarantacinque di spettacolo per gustarsi le poche scene carine che sono disseminate all'interno.

Hong Kong, 2000
Regia: Andrew Lau
Soggetto / Sceneggiatura: Manfred Wong
Cast: Andy Lau, Eking Cheng, Nick Cheung, Vicky Zhao, Kristy Yeung