Categoria: PROFILI

Gigi LeungGigi Leung nasce a Hong Kong il 20 marzo 1976. Durante gli studi (frequenta un collegio cattolico gestito da suore) partecipa a diversi spot televisivi. Dopo le scuole superiori si iscrive al politecnico dove consegue un diploma in design. Intanto continua a frequentare i set pubblicitari e dal 1995, grazie alla raccomandazione di un'amica, gli studi discografici. Il debutto al cinema è dello stesso anno, in una commedia prodotta dalla U.F.O. diretta da Lee Chi-ngai, Mack the Knife, ispirata a un fumetto giapponese molto popolare. Seguono a ruota Sixty Million Dollar Man (è la secchiona occhialuta che fa innamorare il ricco e viziato Stephen Chiau) e Full Throttle, accanto a Andy Lau.
Una nomination come best new performer agli Hong Kong Film Award del 1995 completa l'opera: in meno di cinque anni quasi venti film all'attivo e la maggior parte come protagonista. La Leung compare nei primi due episodi di Feel 100%, prima come pretendente di Ekin Cheng, dopo, con un ruolo ridimensionato, in una divertente storia secondaria in cui flirta con Cheung Tat-ming. A partire da First Love Unlimited, banale love story diretta da Joe Ma, gli sceneggiatori cominciano a inserire regolarmente battute sulla sua altezza (quasi un metro e ottanta).
Viso acqua e sapone, fisico slanciato, Gigi Leung incarna un ideale di bellezza discreta, androgina, sotto le righe (quasi priva di sensualità), accessibile a tutti. Non ha a disposizione un grande bagaglio artistico, ma nel giusto ruolo riesce a lasciare il segno: è il caso di A True Mob Story di Wong Jing, dove è un'avvocatessa che si innamora di Andy Lau, criminale di mezza tacca. Abitualmente i suoi personaggi sono portatori di sentimenti positivi: in Tempting Heart di Sylvia Chang, probabilmente la sua prova migliore, riesce a rendere viva un'adolescente alle prese con la sua maturità emotiva (e sessuale) in un complicato triangolo ai cui vertici stanno Takeshi Kaneshiro e Karen Mok.
Torna ai soliti personaggi stereotipati con alcune commedie romantiche venate d'azione come Those Were the Days o il banale poliziesco Marooned. In Afraid of Nothing, the Jobless King, è la ragazza dei sogni di un riccone improvisamente caduto in rovina e costretto a vivere come un clochard. Alan Mak riesce a trasformare l'attrice in una killer spietata nell'ottimo A War Named Desire: un ruolo secondario di grandissima intensità, con la Leung donna innamorata costretta a reprimere i suoi sentimenti. Va peggio sotto la guida di Andrew Lau - che già ne aveva sondato le potenzialità, ben ripagato, nel movimentato We're No Bad Guys (dove recita al fianco del fidanzato nella vita reale Ekin Cheng) -, che prova a sfruttarne la popolarità per lanciare il deludente kolossal digitale The Avenging Fist.
Sotto tanti punti di vista Gigi è l'esempio perfetto di diva del nuovo millennio: non a caso la sua semplicità piace molto nella Cina continentale - tanto da spingere Manfred Wong a includerla in un paio di coproduzioni di scarso appeal - e in Giappone. Cantante prolifica (oltre quindici dischi in poco più di un lustro) e attrice spigliata buona per ogni occasione (frequenta indistintamente la commedia, il melodramma e le pellicole con un po' di movimento) è attesa al grande salto di qualità, alla consacrazione al box office.
La prima vera occasione è quella buona: con La Brassiere prende parte alla lotta tra sessi, dichiarando guerra, con tanto di urletti e scene oniriche maliziose, al playboy Louis Koo. Nel seguito Mighty Baby riprende lo stesso personaggio senza la stessa grinta del prototipo. Ingaggiata da Johnnie To e Wai Ka-fai, ancora in coppia con Takeshi Kaneshiro, senza brillare particolarmente vive di gloria riflessa nel mediocre mélo Turn Left, Turn Right, che le regala un grande successo in filmografia senza però dissipare i molteplici dubbi sul suo talento e sulla sua affidabilità commerciale presso il pubblico che conta.