Categoria: PROFILI

Stephen FungNato a Hong Kong, Stephen Fung ha quasi sempre vissuto con la famiglia negli Stati Uniti dove, condizione dettata dal padre per poter tentare il successo come attore, ha completato gli studi (diploma in design grafico). Ancora prima aveva fatto esperienza nel mondo dello spettacolo, recitando, appena quattordicenne, in un serial televisivo per la CBS, Forbidden Nights, in cui era il ragazzino protagonista. A quel ruolo è seguita una breve carriera da modello e alcuni spot di grande popolarità, che gli hanno definitivamente spianato la strada. Ma il vero amore è la musica, come dimostra il suo primo gruppo, i Dry, formati con l'amico Mark Lui: poco successo, molte soddisfazioni (ma oggi da solista è idolatrato da una moltitudine di fan, soprattutto ragazzine).
Il ritorno a Hong Kong coincide con l'ingresso nel mondo del cinema, come comparsa, in Summer Snow di Ann Hui. Seguono ruoli di contorno in produzioni di un certo spessore (The Log di Derek Chiu, First Love Unlimited di Joe Ma, Cheap Killers di Clarence Ford, dove compare dal nulla). La sua immagine è ben definita, è il bravo ragazzo dalla viso d'angelo, eroe positivo di bella presenza e con un'incontenibile voglia di divertirsi. Con He Comes from Planet K di Joe Ma comincia a crescere il minutaggio, ma non cambia il tipo di personaggio. Apoteosi dello stereotipo cui è costretto è il poliziotto protagonista del modesto Sunshine Cops, preludio al blockbuster Gen-X Cops, dal successo planetario, che cambia molte cose nello star system a Hong Kong. Da quel film emerge una serie di volti nuovi, destinati prima o poi ad essere il naturale ricambio generazionale delle vecchie stelle. Stephen, il suo grande amico Nicolas Tse e Sam Lee sono quelle più splendenti.
La sua amicizia con il figlio di Patrick Tse, altra faccia da eroe senza macchia, è il secondo punto di svolta. Stephen parte in svantaggio rispetto al collega, che gli soffia i ruoli migliori (in Metade Fumaca Tse è il protagonista mentre a Fung spetta solo un breve flashback), ma sulla distanza recupera e colma il gap, arrivando addirittura ai provini per il ventesimo film di James Bond. I due fanno di comune accordo un piccolo grande salto di qualità, dirigendo e scrivendo un episodio dello sperimentale ma notevole Heroes in Love, che vede coinvolti registi debuttanti ma promettenti.
In più di un'occasione Fung ha dichiarato di volersi indirizzare verso la commedia pura, avendo come modelli professionali Rowan Atkinson (aka Mr. Bean), Stephen Chiau e Jim Carrey. Il fatto di avere un fisico atletico non lo ha aiutato, visto che finora, con l'unica eccezione costituita da Un baiser volé, dramma giovanil-sentimentale ben recitato e molto poco orientale, ha sempre preso parte a pellicole dove è l'azione a farla da padrone. A cominciare dall'ovvio seguito Gen-Y Cops, dove colma il vuoto dell'abbandono di Nicholas Tse, fino a The Avenging Fist di Andrew Lau, versione live action del famoso videogioco Tekken.
Gli unici due registi che hanno assecondato in qualche modo le sue ambizioni sono Steve Cheng - ma nell'horror comico Bio-Cops il compito di far ridere spetta più a Sam Lee che a lui - e Wong Jing, che con My School Mate, the Barbarian ibrida azione cartoonesca, miti giovanili e un tono confidenziale che non disturba affatto. Nelle poche occasioni in cui ne ha avuto la possibilità ha dimostrato di possedere un discreto spirito, ma l'impressione è che funzioni bene solo quando è saldamente controllato, in caso contrario il rischio è di sbrodolare e annoiare. 2002, mistura abbastanza originale di sci-fi, azione e ironia diretta da Wilson Yip, non fa che confermare tali sospetti. Non pago dei ruoli offertigli dal mercato Fung continua la strada da regista, creandosi da solo occasioni propizie: la seconda prova, Enter the Phoenix, una commedia pura popolata da interpreti giovani e da un'ironia frizzante e scorretta, è stata accolta molto bene sia dal pubblico che dalla critica.