Categoria: INSIDE HONG KONG

Made in Hong KongQuesto speciale si prefigge una meta ambiziosa: analizzare il rapporto tra Hong Kong e il cinema. La macchina da presa fotografa con occhio imparziale la realtà e ne traspone pulsioni e abitudini, trasmettendo al pubblico un'immagine ben precisa, quella di una società ricca di contraddizioni, la cui cultura è in perenne progressione, tesa tra tradizione e modernità. L'analisi che ci proponiamo prevede diversi argomenti salienti: avremmo potuto scegliere mille altri punti di vista, ma lo spazio e il tempo sono limitati e ci hanno costretti a operare delle scelte. L'idea principale era di coprire ogni possibilità secondo una riflessione di base: quale immagine dell'attuale S.A.R. siamo in grado di cogliere grazie al cinema?.
Un'indagine che parte dalla geografia locale e dall'uso che di clima e territorio fanno i registi. Brevi parentesi sono dedicate alla celebrazione del passato recente (non quindi quello remoto dei wuxiapian, dei film storici e dei gongfupian in costume) e al ritratto di un artista che ha messo al servizio del cinema la propria capacità di visualizzare in immagini quanto lo circonda, Christopher Doyle, apprezzato direttore della fotografia e artista a trecentosessanta gradi. In seconda battuta ci interessa focalizzare l'attenzione sulla donna nel cinema: professionalmente è curioso notare come la posizione del genere femminile nello star system sia molto particolare, perennemente in bilico e segnata da un interesse per forme e temi spesso alternativi a quelli proposti dai colleghi uomini. Per completare il discorso era necessario sviscerare il maggior numero di interpreti e di registe, e come ciliegina sulla torta abbiamo voluto includere nel piatto una divagazione su un fenomeno di costume popolare, i concorsi di bellezza e lo sbocco che offrono alle loro partecipanti nel mondo dello spettacolo: gli esempi proposti dimostrano come il legame tra moda, pubblicità, televisione e cinema sia strettissimo.
Chi non conosce God of Gamblers, il grande successo di Wong Jing con Chow Yun Fat e Andy Lau? Partendo da una pietra miliare, abbiamo tentato di sistematizzare un genere ante-litteram, quello del gioco d'azzardo, prendendo in considerazione contemporaneamente la valenza fortemente sociale dell'argomento. Quello del gambling è un vizio che caratterizza il popolo cinese: una tradizione ai limite del folklore, più radicata nella storia della nazione di quanto si possa credere a prima vista. Da un vizio a un tabù, con l'obiettivo puntato sui famigerati Categoria III. Film che coniugano tematiche difficili e che hanno nella maggior parte dei casi il sesso come protagonista assoluto. Quale ruolo svolgono queste pellicole: valvola di sfogo dell'immaginario comune o astratta cornice dei desideri di una nazione? La censura deve fare il suo lavoro per controllare il fenomeno: quale tema è troppo scabroso da non poter essere raccontato al cinema? Anche la politica è spesso soggetta all'attenzione delle istituzioni e dei media. Apparentemente a Hong Kong si producono pochi film impegnati. La politica non è argomento comune, eccetto rari casi, che prendono di petto la questione. Se nella finzione c'è un netto distacco tra autori e realtà sociale - una cosa che venti anni fa non accadeva -, qual è la reazione del pubblico nei confronti di quei film che non accettano i compromessi di generi e mercato? E quali sono i temi che anche nelle opere più disimpegnate ritornano con maggiore frequenza? Certo il razzismo e i rancori verso alcune nazioni che in passato si sono macchiate di atrocità nei confronti del popolo cantonese sono ancora vivi, così come la paura di un futuro che non conosce alcuna certezza. Un tempo il maggiore spettro era rappresentato da un anno, il 1997, in cui si temeva che tutto sarebbe cambiato. Quella data è ormai storia passata, ma rimane il timore reverenziale da parte dell'ex protettorato britannico nei confronti della madrepatria, che tra poco meno di cinquant'anni verrà a reclamare quanto a suo tempo sottrattole dagli interessi coloniali degli inglesi. Alcuni registi, come Fruit Chan, non hanno mai cercato di nascondere i propri sentimenti: la Cina si aprirà, come molti sperano, accogliendo nel suo immenso mercato il cinema di Hong Kong e permettendone la definitiva rinascita?
All'interno di Hong Kong. Scopriamo il cuore di una città viva, che pulsa, che batte e che trema: e che è ancora in grado di resistere alle avversità