Categoria: FILM

The Killer SnakesThe Killer Snakes è uno dei primi orrori sordidi di una lunga tradizione, apripista tematico e tattico per tanti deliri che qualche decennio dopo si effigeranno con orgoglio dell'infame marchio del Cat. III. L'urgenza di mostrare l'inguardabile è ben rappresentata dalle location squallide, intrise di sudiciume e povertà, e dal volto del sordido protagonista Kam Kwok-leung, classico sfigatello magrolino e rancoroso, vessato da tutto e da tutti, smanioso di vendicare i torti subiti. Nella circostanza la vittima, che ha come unica amica una ragazza troppo povera per poterlo davvero aiutare (finirà infatti in un losco giro di prostituzione), dall'infanzia segnata, trova nei serpenti del vicino emporio i migliori amici, ricambiato. Senza pretese ecologiste, moniti o morali: non si discute qui se sia più viscido l'uomo o l'animale. Semmai si compara lo squallore dei rispettivi habitat e si nota metaforicamente come certi i diversi, reietti ai margini, si trovino con estrema facilità.
La regia non si limita ad esibire le smanie exploitation di una sceneggiature schematica e debole, ma con intelligenza prova a stemperare gli ardori delle situazioni forti nel segno del grottesco. Vivace quando adotta fotografia a colori acidi, grandangoli e inquadrature curiose - le soggettive dei serpenti; le prospettive rovesciate; gli stacchi surreali -, la direzione del veterano Kuei Chih-hung è soprendentemente fiacca al momento di costruire la suspense. Di conseguenza il thriller gore trascolora nel film sexy con tesi psicopatica: i temi adulti non sono un caso, ma la necessaria offerta sacrificale, su pellicola, richiesta dai tabù quotidiani, dalla frustrazioni sessuali e dalle mal celate falle della morale perbenista comune. Il che implica sesso di ogni tipo (tranne quello ordinario: si passa dai fallimenti agli stupri, al menage familiare con contorno di percosse), nudi frontali, misoginia, sequenze morbose - la fissa per le donne legate, dalla tradizione del bondage giapponese - e violenza insistita. I serpenti, coprotagonisti loro malgrado, sono tante volte più espressivi delle controparti, complici anche due grossi ramarri e una serie di effetti sonori sempre uguali abbinati alle loro apparizioni e ripetuti fino alla nausea.

Hong Kong, 1974
Regia: Kuei Chih-hung
Soggetto / Sceneggiatura: Ni Kuang
Cast: Kam Kwok-leung, Maggie Lee, Chan Chun, Got Dik Wa, Chow Gat