Categoria: FILM

Let's Make Laugh Una guardia giurata imbranata deve pattugliare per una settimana la casa di una moglie abbandonata e oberata dai debiti che le ha lasciato il marito adultero. La convivenza forzata - lui deve controllare che lei non sottragga nessuno dei beni sotto pignoramento - porta prima allo scontro frontale, quindi ad un'apertura romantica. Entrambi hanno in comune il fatto di ritrovarsi all'improvviso piantati e spiantati, da cui nasce un breve flirt: nel tentativo di consolarsi a vicenda i due si innamorano, ma la love story è impossibile, visto che uno è povero in canna, ingenuo e senza un futuro economicamente solido e l'altra una cinica donna (ex) ricca, abituata a comodità, anche se non insensibile.
Let's Make Laugh è stato definito la pellicola più divertente dei primi anni '80. Non è del tutto esatto: solo la prima parte segue i canoni della farsa ad equivoci; mentre il secondo tempo propende per i toni tesi del mélo intenso, con numerosi momenti commoventi. Non è la commedia che il titolo suggerisce, dunque, bensì un dramma leggero e intelligente che si focalizza sui (mal)costumi hongkonghesi, sulle difficoltà sentimentali e sull'impossibilità di oltrepassare i limiti tracciati dalla differenza di classe e patrimonio. Alfred Cheung, al secondo film, si conferma autore sarcastico e amorale, capace di maneggiare con cinismo i materiali quotidiani di cui sono fatte le sue sceneggiature, anche se talvolta rasenta la teatralità dell'assunto - i due amici / nemici rinchiusi giocoforza tra le quattro mura domestiche - e la prevedibilità - spazzata via da un finale amaro che ha il sapore della tragedia addolcita - di tante scelte. Originale il presupposto di partenza, meno alcune deviazioni buffe: i genitori e il finto marito, il tira e molla continuato ad oltranza, il tentato suicidio, il personaggio negativo cui presta il volto la giovanissima Anita Mui, il figlioletto adottivo subito conquistato dal nuovo arrivato. Ottimo, non è una novità, l'utilizzo degli attori: alla splendida Cecilia Yip - eccellente da sola e in coppia con un altrettanto disinvolto Kenny Bee -, come già accaduto in molti dei suoi primi ruoli, toccano un paio di situazioni sensuali, quasi osé. Forti del successo al box office e del plauso della critica - che assegna a Alfred Cheung l'Hong Kong Film Award per la migliore sceneggiatura e alla bravissima Yip il premio come miglior attrice protagonista -, gli Shaw Brothers confermano il regista per un sequel due anni dopo.

Hong Kong, 1983
Regia: Alfred Cheung
Soggetto / Sceneggiatura: Alfred Cheung
Cast: Kenny Bee, Cecilia Yip, Anita Mui, Anthony Chan, Elaine Kam