Angel EnforcersAlcuni poliziotti, tra cui quattro donne, tengono sotto controllo un negozio di gioielli per sventare una rapina. Qualcosa va storto e ne nasce una sparatoria che si protrae per le strade. Sul punto di essere uccisa, una delle ragazze viene salvata da un rapinatore, in realtà poliziotto infiltrato in incognito. Avendo fatto saltare la sua copertura, l'agente si offrirà come esca per catturare i malviventi, desiderosi di vendetta. Per ucciderlo, infatti, il boss dell'organizzazione - una donna biancovestita spietatissima, con tanto di guanti neri e frustino - ingaggia due killer professionisti; il poliziotto traditore viene freddato, ma perde la vita anche uno degli assassini. Il sopravvissuto inizierà una lotta senza quartiere per vendicarsi, contro gli stessi consigli della sua organizzazione, finendo con il rapire la poliziotta responsabile e la sua famiglia.
Prodotto minore, senza attrici da cartellone che richiamino il pubblico, Angel Enforcers si barcamena come può tra combattimenti coreografati decentemente, efferatezze assortite e qualche ammiccamento obbligato. Dal punto di vista dell'azione, non ci si può lamentare; Sharon Yeung, atleta con tutte le potenzialità per sfondare, ma senza l'appeal di una Yukari Oshima o Moon Lee a caso (complice anche la sfortuna nello scegliersi i ruoli, basti vedere il pessimo Angel Terminators), è convincente - valga lo scontro sul tetto del furgone in movimento, tutto giocato su equilibri precari. Un peccato invece che poco venga sfruttata la cattiva, Ha Chi Chung, con a disposizione solo poche inquadrature per mostrare la sua bravura. Nonostante un inizio promettente che non si prende troppo sul serio - le quattro poliziotte, in uniforme, sventano un incontro di trafficanti di droga, togliendosi alla fine i berretti e liberando i capelli al vento - e il buon ritmo delle scene ambientate nella gioielleria, il resto scade nei binari della routine; peccato aggravato da buchi di sceneggiatura sempre più raccapriccianti . Come ci fosse stato il tempo per riflettere solo sui primi venti minuti, il resto è l'unione a volte sconcertante altre solo tragicomica di scene tenute assieme da un risibile filo pronto a spezzarsi. Tra torture grafiche (la sorella della poliziotta, in piedi su una lastra di ghiaccio che si sta sciogliendo, appesa con dei fili al soffitto cui sono legate bombe a mano!) e nudo gratuito (una donna in topless che serve un cocktail molto particolare), si arriva - non senza sollievo - allo showdown finale.

Hong Kong, 1989
Regia: Hoh Chi Mau
Soggetto / Sceneggiatura: Leung Yiu Ming, Lai Lun
Cast: Sharon Yeung, Dick Wei, Philip Ko, Ha Chi Jan, Chiu Wai Ling

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