Dog Bite DogSi inizia un po’ preoccupati, pensando al Cheang Pou-soi zoppicante (o monco a dirla tutta) di Love Battlefield e Home Sweet Home ma soprattutto a quell’Edison Chen, così limitato da essere capace col faccino di rovinare qualunque inquadratura. E invece ci vuole solo un attimo per cambiare il pregiudizio, subito attratti dal nichilismo, dal nero, da quell’odore sgradevole di punizione che riesce a comunicare, dal no future che è più facile a dirsi che a farsi.

I cani che mordono sono uomini (il bel faccino di Chen, incredibilmente nella parte), feroci oltre la soglia della bestialità, maltrattati tanto da farci chiedere quasi pietà, tanto regrediti da riuscire solo a inanellare una serie di monosillabi e di grottesche espressioni. Dall’altra parte, come nella migliore tradizione del noir di Hong Kong, lo sbirro esuberante (Sam Lee), al solito (mal)tollerato da superiori che lo tacciano di insubordinazione per i suoi metodi spicci. I due si cercano, si annusano, si mordono, seguono l’odore del sangue, scambiandosi i ruoli di buono e cattivo in un face/off continuo.
Dog Bite Dog è eccessivo, certo, al punto da negare ogni eroismo, da cancellare qualunque etica da killer con la testa sulle spalle, così spinto «oltre» da lasciare che i personaggi si facciano guidare dalla propria coscienza solo quando è troppo tardi. Difficile all’apparenza spiegare la soddisfazione  che provoca il vedere evolvere la scia dei morti, il racconto di un inferno molto terrestre dove chiunque può essere vittima e la giustizia è sepolta sotto una montagna di violenza. Tutta questa cattiveria è servita a guadagnarsi quel Cat. III che fa tanto maudit. Ma non è questo quello che conta, non è per il bollino rosso che questo combattimento di cani merita una visione. E’ per la natura umana che ci racconta, per la voglia di sangue che tutti abbiamo dentro. Come bestie feroci.

Hong Kong, 2006
Regia: Cheang Pou-soi
Soggetto / Sceneggiatura: Matt Chow, Szeto Kam-yuen, Lee Chun-fai
Cast: Edison Chen, Sam Lee, Pei Wei-ying, Eddie Cheung, Wayne Lai, Lam Suet

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