Ebola Syndrome Continua il tour de force di Anthony Wong che non si nega niente pur di dissipare il suo talento in Cat. III mediocri e da poco. Qui impersona un viscido macellaio che, a distanza di dieci anni (è fuggito in Sud Africa dopo un triplice omicidio), torna a Hong Kong, armato di cattive intenzione e di un virus letale di cui è portatore sano. A complicare la sua situazione altri omicidi e la figlioletta delle sue prime vittime che, ormai cresciuta e diventata donna, pare in grado di riconoscere l'odore mefitico dell'assassino e di aiutare la polizia, disperata, a seguirne le tracce prima che semini la terribile pestilenza per tutta la città.
Parata del cattivo gusto in cui è difficile distinguere la mano - di solito più accurata - di Herman Yau (ma non quella meno stimata / stimabile di Wong Jing, produttore), Ebola Syndrome è subito diventato culto, estremizzazione trash del capolavoro criminologico The Untold Story (sempre Anthony Wong, ancora Herman Yau, paragoni improponibili), di cui è la controparte innocuamente sopra le righe, per nulla shockante. Girato senza soldi e senza scrupoli (né tantomeno grandi idee), il film ha come unico pregio le location esotiche - Johannesburg - a base di tribù Zulu, razzismo, animali feroci e foreste, prima di tornare alla piatta normalità urbana cantonese. Tutto molto gratuito, tanto da far pensare più a una commedia nera che a un thriller efferato, se non nel finale palpitante. Regia semplificata, appiattita per lasciare spazio alla maschera di eccessi dello schifoso protagonista. Esagerazioni prolungate, oltraggi continuati, senza eccezioni: sesso (e perversioni: sadismi, stupri, necrofilia), violenza, volgarità, sangue, tensione nervosa. L'idea di partenza, vista in ottica ironica - bacchetta una società (una novella Sodoma?), dove sesso libero, sporcizia (morale e reale) e prostituzione permettono che l'epidemia si propaghi in un battibaleno -, poteva funzionare. Recitazione inesistente, contesto tecnico sempre inadeguato: dopo aver assimilato le prime atrocità ad effetto si rischia l'effetto boomerang, annoiati e talmente abituati alle nefandezze da sperare in qualche oltraggio ancor più estremo.

Hong Kong, 1996
Regia: Herman Yau
Soggetto / Sceneggiatura: Chau Ting
Cast: Anthony Wong, Vincent Wan, Shing Fui On, Wong Chui Ling, Marianne Chan

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.