Firestorm

L'ispettore Liu tenta ogni stratagemma per trovare prove che incastrino il bandito Cao e la sua gang, ma Cao anticipa sempre le sue mosse. Il duello tra i due finisce per trasformare Hong Kong in un campo di battaglia, mettendola letteralmente a ferro e fuoco.

In qualche modo memorabile, tanto in virtù dei suoi pregi che dei suoi difetti, Firestorm spinge a interrogarsi nuovamente sullo spirito originario dell'action di Hong Kong e sul suo significato.

Benché la sostanza del film di Alan Yuen sia quanto di più lontano da quell'abilità artigiana di coprire le esigenze di budget con l'inventiva della macchina da presa tipica della Hong Kong che fu, si riscontra qualcosa di familiare nella sua naiveté incurante dell'eccesso. Alan Yuen è come il bambino che, giocando a guardie e ladri, esagera e chiede sempre di più all'immaginazione, come il Miike Takashi di Dead or Alive che conclude il duello tra buono e cattivo a colpi di lanciamissili.

E a cui non importa poi molto approfondire il background dei personaggi: l'Andy Lau di Firestorm non ha molto a che spartire con il suo Ming di Infernal Affairs, non più di quanto Lam Ka-tung - in una delle sue caratterizzazioni più rilevanti di una lunga carriera - ne abbia con il Tony Leung Ka-fai di Man on the Brink o il Chow Yun-fat di City on Fire. Quelli erano eroi immortali per un'epoca che aveva bisogno di loro e che al cinema conferiva tutt'altro ruolo. Ma i tempi sono cambiati e con loro le esigenze del pubblico: gli intrecci arzigogolati e i grovigli inestricabili di The Longest Nite e Infernal Affairs hanno lasciato spazio alla potenza del CGI e a un duello per il primato action che ha ora nuovi contendenti, che si chiamano Corea del Sud più che Stati Uniti d'America. In questo senso Firestorm è imprescindibile dalla propria contemporaneità, senza la quale risulta impossibile comprendere come molti dei suoi scivoloni siano perfettamente funzionali allo scopo prefisso. Ovvero scuotere lo spettatore come un sonaglio a colpi di esplosioni spacca-woofer e guerriglia urbana, emozionandolo il giusto con un barlume di emozioni e sentimenti. La bulimia dell'action odierno chiede questo e Hong Kong ha risposto "presente".

Hong Kong, 2013
Regia: Alan Yuen.
Soggetto/Sceneggiatura: Alan Yuen.
Action director: Chin Kar-lok.
Cast: Andy Lau, Lam Ka-tung, Hu Jun, Yao Chen.


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