Girl$Quattro giovani ragazze che hanno scelto di vendersi online, di offrirsi a chi paga di più per uscire una sera con loro, fanno i conti con la superficialità e i rischi di un mondo che è fonte di guadagno e di divertimento solo finché sei fortunata.

Icy (una convincente Michelle Wai) gestisce un sito di compensated dating e fa da agente a un gruppo di ragazze garantendo loro un controllo stretto sui clienti: niente pervertiti, niente malattie; lei stessa era nel giro, ma ha smesso per amore del suo uomo e per impedirgli di mettersi nei guai. Lin (Una Lin) ha mollato la famiglia e il burrascoso rapporto con la madre e ora ci prende gusto a catalogare con disincanto i suoi clienti, salvo poi cadere dal pero quando si innamora di uno di questi. Ronnie (Bonnie Xian) studia all’università e ha una famiglia senza alcun problema di soldi: entra nel giro per mera curiosità e per noia e si fa subito un nome perché, invece che accettare soldi dai clienti, è lei a pagarli a seconda dal livello delle prestazioni che questi le offrono. Gucci (Venus Wong) ha 16 anni e vuole talmente tanto un nuovo modello di borsa firmata che decide un giorno di mettere all’asta la propria verginità per potersela permettere, finendo così per conoscere le altre tre ragazze del gruppo. La leggerezza con cui le quattro ragazze affrontano le loro giornate è messa in ombra dalla scomparsa misteriosa di una loro ex-compagna del gruppo gestito da Ivy, sulla quale la polizia sta indagando, e dalla lettera di un cliente che spedisce online una lista di ragazze con cui ha fatto sesso, dichiarandosi HIV positivo.
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Kenneth Bi, regista indipendente di talento, compagno di merende a inizio carriera di Soi Cheang e Lam Wah Chuen, ha spesso cercato nei suoi film di fornire nuove chiavi di lettura ai generi cinematografici che prosperano a Hong Kong: si prendano ad esempio il romanzo famigliare con Rice Rhapsody e il triad movie del bellissimo The Drummer. Stavolta Bi rispolvera il cinema collettivo delle prostitute, che da Call Girls di Patrick Lung Kong passa per Lawrence Ah Mon (Queen of Temple Street) e arriva al recente Herman Yau di Whispers and Moans e Girls Without Tomorrow. Ancora una volta, in Girl$ c’è un gruppo di ragazze che si vendono, e stavolta lo fanno online, in maniera spensierata, come in una nuova versione aggiornata al XXI secolo del mestiere più antico del mondo. Niente fatiscenza dei bordelli o fisicità decadente né lo sfavillio dei night club, ma una fredda cronaca quotidiana di un mestiere che per alcune è anche passatempo, con rischi che le protagoniste sottovalutano o fingono addirittura di ignorare.

Così, Girl$ è un film sulla prostituzione ma anche un film sull’adolescenza, sul rapporto tra queste ragazze e la società, rappresentata dai clienti ma non solo, e un film sull’attualità di una Hong Kong, che si avvicina sempre più al Giappone (il fenomeno del compensated dating non poteva che provenire da lì, del resto). Kenneth Bi riesce a gestire bene le quattro protagoniste, a farle funzionare e a non far troppo pesare quella patina didascalica e moraleggiante che spesso e volentieri affiora, con una regia abbastanza solida da permettere di sorvolare su una sceneggiatura piena di problemi anche macroscopici (quasi un miracolo per Bi), lasciando in eredità un finale aperto e agrodolce che - unico momento o quasi nel film - colpisce al di sopra della cintola. Tutto sommato il problema di Girl$ è che nasconde all'eccesso l'ambizione di colpire testa e cuore, prima della panza, regalando poesia solo in qualche squarcio agrodolce. Da Kenneth Bi ci si aspettava qualcosa in più.

 

Hong Kong, 2010
Regia: Kenneth Bi
Soggetto/Sceneggiatura: Frankie Tam, Maria Wong, Link Ling, Carol Cheong
Cast: Michelle Wai, Bonnie Xian, Una Lin, Venus Wong, Deep Ng Ho-Hong, Derek Tsang.


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