Heroic OnesChang Cheh è fautore di un cinema spietato, che rifiuta i compromessi. La pellicola si trasforma allora in materiale contundente in grado di colpire e stupire. Perché, pur nella sua semplicità strutturale e nella apparente linearità della storia, la sua visuale epica non può in qualche modo non contagiare e trasfondersi nello spettatore. E' il caso di questo wuxiapian di confine - che parte da un intreccio prettamente storico per proiettarsi con prepotenza nel mito e nella leggenda (si veda su tutti lo struggente finale, con quella cavalcata liberatoria).
Il Gran Khan di una tribù ai margini della Cina è sempre stato fedele all'impero, aiutato nel tenere sotto controllo eventuali invasioni dai suoi numerosi figli. Ma quando il suo potere si estende su buona parte del bacino del fiume Giallo, l'ambasciatore cinese diventa sospettoso e trama per assassinarlo. Entreranno in gioco anche le rivalità tra i suoi figli.
Le coreografie e i combattimenti sono insolitamente radi, controllati e vistosamente più realistici che in altre occasioni (anche se non mancano tocchi di fantastique come gli incredibili balzi effettuati). Questo permette al film di distaccarsi dallo schema usuale che prevede scene di raccordo e lunghe sequenze d'azione, per concentrarsi più sull'ìntreccio. Il che, beninteso, non impedisce lo scoppio di improvvisi sprizzi di violenza catartica piuttosto sanguigni. Memorabili alcune sequenze - come la battaglia nella residenza dell'ambasciatore che prosegue fin sul ponte, tra fiamme, urla e dolore, o il tradimento da parte dei suoi frattelli di David Chiang, con quell'esito così straziante. E in un certo senso è proprio la violenza ad essere padrona della scena. Chang Cheh, seppure abbia sempre dichiarato di non inseguire la ricostruzione filologica degli eventi (per lui non è mai stata importante ad esempio una ricerca sugli abiti corretti del periodo storico che voleva rappresentare), riesce in ogni caso a rendere palpabile l'atmosfera di sottesa violenza, il clima di sospetto e di sottaciuti intrighi caratteristici della fase espansiva dell'impero cinese.
Stilisticamente il film si assesta su quello che nel proseguio degli anni '70 diventerà per lui uno standard. I movimenti della macchina da presa diminuiscono drasticamente, per far emergere un uso maggiore di zoom e montaggio. Questo non impedisce alla pellicola di avere un ritmo e un incedere del tutto particolari. E quello che poteva essere un limite - dando un'impressione di staticità (non serve ricordare gli eccessi di un Jesus Franco a caso) - si trasforma in uno strumento fondamentale per ricreare ambienti ed emozioni.
Heroic Ones è film da vedere e apprezzare, simbolo di un cinema ancora fiero e vitale.

Hong Kong, 1970
Regia: Chang Cheh
Soggetto / Sceneggiatura: Ni Kuang, Chang Cheh
Cast: David Chiang, Ti Lung, Wang Chung, Lily Li

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