Love, Amoeba StyleLove, Amoeba Style è la diretta conseguenza di un piccolo trend che ha visto Feel 100% trionfare ai botteghini. Il film di Joe Ma (che qui produce) era una commedia sentimentale popolata di attori giovani e dedicata a un pubblico della stessa fatta, tratta da un popolare fumetto locale: la riproposta di Shu Kei non si discosta molto dal modello di partenza, con gli stessi intenti e per lo stesso target. Quattro amici per la pelle, tre ragazzi e una ragazza, e le loro disavventure sentimentali: gli scapoli si trovano all'improvviso senza lavoro e decidono di aprire un bar. Il dongiovanni del gruppo, Brad, si innamora di una cameriera taiwanese sbarazzina (Shu Qi, davvero brava). Tung è invece fidanzato da lunga data con Allison, ma il suo rapporto è troppo convenzionale e il flirt casuale con la giapponese Evita nasce per caso ma si sviluppa per passione. Mei, da sempre innamorata dietro le quinte di Brad, non riesce a palesare i suoi sentimenti all'amico, e a sua volta è concupita dal goffo Lung, che nel frattempo riesce a combinare un appuntamento alla cieca via internet.
Pellicola modaiola e interessata ancor prima che interessante, ma non priva di idee e spunti validi. Shu Kei è uno dei critici cinematografici più stimati a Hong Kong, ha scritto un buon numero di pellicole prima di debuttare in prima persona, negli anni ottanta, in un ruolo più attivo: solo due opere prima del 1996, quando è rinato l'interesse per la regia con ben tre pellicole nell'arco di un anno. Stupisce semmai che un intellettuale si sia dedicato a un'opera tanto leggera (a partire dal titolo, riferimento a un modello di orologio): certo non priva di una contestualizzazione ad ampio raggio (il fallimento economico pre-handover e i rantoli di un'epoca fatta di speculazioni rischiose; la fine della giovinezza e la maturazione come momento fondamentale della crescita di una persona; il fallimento di uno stile di vita fatto di consumismo e pubblicità; l'instabilità emotiva del giovane moderno incapace di inserirsi a pieno regime nella società contemporanea), ma anche soggetta a più di una banalità. Agire per luoghi comuni e senza andare troppo per il sottile permette all'autore di arrivare prima al traguardo, e di far capire ai giovani cinesi che le mode passano velocemente e occorre ancorarsi a valori più stabili e duraturi. Gli attori, che recitano per davvero e interpretano personaggi disegnati con cura in fase di sceneggiatura, permettono il sorpasso ai danni del prototipo di Joe Ma. Ogni carattere rappresenta uno stereotipo, poi ognuno degli interpreti - tutte giovani popstar - riesce a metterci del suo per renderlo più vivo e credibile. La voluta frammentarietà del film, anziché a una serie di videoclip mal girati, dà l'idea di un docu-drama costruito come un telefilm, con puntate e spezzoni separati. Il regista non prende le parti di nessuno e lascia tutti i discorsi aperti, con coerenza.

Hong Kong, 1997
Regia: Shu Kei
Soggetto / Sceneggiatura: Shu Kei, Matt Chow, Ye Nianchen
Cast: Julian Cheung, Andy Hui, Eric Kot, Amanda Lee, Shu Qi

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