Love Among the TriadA conferma del fatto che il cinema di Hong Kong è poco un cinema di scritture e molto un cinema di personaggi, Love Among the Triad pur non offrendo interpretazioni indimenticabili e soluzioni originali, riesce lo stesso ad essere avvincente, riprendendo argomenti triti da un'angolatura leggermente differente: quella delle donne.
Ad una cena lussosissima in un locale principesco, vari appartenti a triadi inanellate fra loro si salamelaccano e si omaggiano con sorrisi stampati e mossette affettate. Vincent Wan è il marito di Veronica Yip, che è la sorella di Simon Yam, specie di cavallo di razza appena tornato da lontano e pronto a dare una mano come può, usando se necessario fascino e scorrettezze. Pauline Wong, algida sorellastra illeggittima della vigile e smagliante Rosamund Kwan triadosa in carriera, sta seduta in disparte col fidanzato yesmadam di turno. Sul palco ondeggia e gorgheggia Cecilia Yip, ammiccante e carnosa, star chiacchierata e dal fascino veramente pericoloso. L'argomento del giorno è l'acquisizione di una certa sala da gioco che potrà fruttare un mucchio di quattrini. Simon Yam viene mandato dalla sorella velenosa a sedurre Rosamund Kwan che ha contatti con i boss di Macao che manovrano l'affare, e Rosamund tra strizzatine d'occhio, ostriche, champagne e accavallamenti strategici di gamba, sembra saper gestire bene la nuova alleanza cadendo nella trappola solo in parte, sapendo di mettersi vicino uno stallone che può tornare molto utile negli affari di famiglia. Lo stallone, da parte sua, crede di essere furbo, e invece è niente altro che un uomo, e dunque perde la testa non appena Cecilia Yip, per strada, per caso, lo degna di uno sguardo. Il problema è che Cecilia è già impelagata in una relazione piuttosto masochistica con Vincent Wan, cognato di Simon. Vincent è in fondo buono, ma distratto dagli affari, diviso tra moglie e amante, geloso e possessivo, orgoglioso e manesco. Simon e Vincent, corretti l'uno con l'altro per quanto è loro possibile, difendono il territorio. Le donne intanto lo riempiono di sfumature amare, cattive, doppiogiochiste e vagamente disperate. To give face sembra non sempre valere per loro, fiere e impavide, anche se i veri istintivi sono gli uomini...
Una soap opera, praticamente, ma in grande stile e con gran personalità. Davvero coinvolgente Love Among the Triad, e davvero mai banale, mai esagerato, e mai di dubbio gusto (a parte un paio di mutandine usate qua e là, ma funzionalmente...). Ottima fotografia non invadente ma con carattere (la scena del litigio tra donne tutta virata in blu), eccellente colonna sonora e attori scelti con molta oculatezza e nessuna superstar, per un film davvero corale: Vincent Wan, il triadoso mal messo di cui Shu Qi è innamorata in Love Is not a Game, but a Joke, riesce bene nei panni della testa calda vinta dai fascini femminili. Simon Yam, con la faccia perennemente oleosa, è veramente niente altro che una specie di prostituto fedele e leale. Rosamund Kwan poverina è ridicola: se la cava ed è credibile nei panni della giovane malavitosa passionale, ma tutte le volte che dovrebbe essere seducente è invece solo goffa e molto molto brutta (specie quando cerca di masticare sensualmente le ostriche!), anche se ciò le fa gioco perché accompagna lo spettatore verso un finale che domanda per lei molta compassione. Pauline Wong è gelida e distaccata come sempre, Veronica Yip è una serpe scialba, e Cecilia Yip fa un po' se stessa (mantenendo infatti il suo nome) ed è veramente brava, costantemente mezza ubriaca e quindi sciolta, disinibita e, lei sì, sensuale da morire, nonostante il suo personaggio di morta di fame arricchita tra uomini e canzonette da sciantosa le metta addosso spesso modi di fare esagerati e pacchiani (la scena del furto dei cani: lei che urla e sbraita e pesta i piedi, carica di ori mal assortiti al collo, in minigonna equivoca... sgraziatissima). Love Among the Triad è un film in cui ci si ama facendo calcoli di possesso, scoprendo strada facendo sfumature e pulsioni ingenue, sincere, insospettate e dolorose (la notte onniscente trascorsa nell'albergo in cui sia Simon sia Cecilia fanno l'amore con i loro partner, ma pensando l'uno all'altro). Certo non è qualcosa da guardare in cerca di reazioni pneumatiche e virili, ma con il suo andamento circolare (inizio e fine che coincidono) appare come un validissimo spaccato del mondo delle triadi, solido e immutabile e percorso da brividi di passioni e onori da sistemare, tenere a bada, occultare.

Hong Kong, 1993
Regia: Andy Chin
Soggetto / Sceneggiatura: Joey Cheung, Andy Chin, Lau Sin Man
Cast: Cecilia Yip, Rosamund Kwan, Veronica Yip, Simon Yam, Vincent Wan

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