Merry ChristmasUn papà un po' dispettoso e burlone, tre figli moderni ma bravi e affezionati, una vicina di casa che fa irreprensibilmente da baby sitter e da oggetto del desiderio (incoffessato) davvero adorabile (tranne quando fa le prove di canto, tutte le sere alla stessa ora...), dei colleghi di lavoro giocherelloni e un farabutto e simpatico giovinastro che continua ad aggirarsi per casa mirando al concupimento della figlia maggiore. Questi i personaggi di Merry Christmas, ovvero il Natale 1984 secondo Clifotn Ko (regista) e Karl Maka (primo attore), meritevolissimo testone pelato instancabile e incontenibile. Fantastico. Sebbene la storiella della famigliola col papà vedovo non sia niente di eccezionale, lui sa renderla un meccanismo a scatto (ma anche a molla) di assoluta precisione che reagisce alle sue sollecitazioni e a sua volta lo punzecchia, in una serie cataclismatica di gag da sbellicarsi (senza esagerazione) dalle risate. Certo, a patto di amare le commedie sceme, ridere con semplicità e ingenuità, e fare poco i diffidenti con gli anni ottanta (esiste una intera generazione di persone che negli anni ottanta aveva da poco tolto il ciuccio e che gli anni ottanta li ha vissuti col bavaglino, evidentemente legando echi di vicende personali a orrori estetici quali pettinature, trucco, spalline giganti negli abiti femminili, e ora da' per scontato che questi anni siano tutti da buttare, in blocco, e senza distinzione di nazionalità...). La comicità di Maka è descrivibile con un principio felliniano, antico e circense: lui è semplicemente un clown bianco, cioè uno di quei pagliacci tutti vestiti elegantemente, col cappellone a cono, con le sopracciglia dipinte in una smorfia maligna, e con la faccia sempre perfettamente incipriata. Il clown bianco, al circo, ne fa vedere di cotte e di crude al clown augusto, ossia a quello stupidino e ignorante, fesso e goffo, ridicolo e cialtrone, salvo poi venirne buggerato quasi per sbaglio, solo perché l'augusto, a furia di tentativi inprovvisati contro quelli calcolati del bianco, qualche volta riesce a coglierlo di sorpresa e ad assestargli qualche sonora lezione. In Merry Christmas sono tutti praticamente clown augusti, tranne Karl Maka che è il capo dei clown bianchi, Leslie Cheung che è un augusto con aspirazioni lestofanti da bianco, e il cugino quasi marito di Paula Tsui, che arriva nel finale a farsi prendere a calci nel sedere (e a prenderne) dal rivale bianco. Inizio demente (cosa può succedere in un tranquillo ufficio hongkonghese nel giorno del proprio compleanno!!!), centro da sit-com senza pretese ma con i ritmi tutti perfetti, e finale romantico: Merry Christmas è un ottimo prodotto della compianta Cinema City, nonché un eloquentissimo esempio di quanto il cinema di Hong Kong degli anni ottanta, nelle commedie (ma non solo), sia riuscito a essere migliore di tanti altri cinemi anche importanti, senza necessariamente brillare né per acume né per mezzi, affidandosi solo al corpo degli attori, alla loro parlantina sfrenata, e al loro muoversi veloci e sicuri tra gli spazi angusti di appartamenti sovraccarichi e caos indescrivibili (ma ci sarebbe un discorso più ampio da fare: i film made in U.S.A. degli anni ottanta, le commedie soprattutto, sono tutti da rivalutare; così come anche certi film d'autore francesi e italiani; e il caos c'era dappertutto, non certo solo a Hong Kong...).

Hong Kong, 1984
Regia: Clifton Ko
Soggetto / Sceneggiatura: Clifton Ko, Fung Sai Hung
Cast: Karl Maka, Paula Tsui, Danny Chan, Rachel Lee, Yuen Woo Ping

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