Naked KillerLa voglia di rompere gli schemi, l'incoerenza eletta a stile, la disponibilità all'assurdo sono caratteristiche di certo cinema (mainstream, non underground) hongkonghese. Non deve stupire il fatto che anche i Cat. III più beceri e cruenti ottengano buoni incassi o coinvolgano attori e registi tutt'altro che sconosciuti. Il caso di Naked Killer è il più clamoroso. Un regista affermato e narcisista come Clarence Ford; attori affidabili al box office; una troupe di professionisti affidabili: tutti accettano il rischio di un'uscita oltre i limiti del cattivo gusto. A tirare i fili c'è quello scaltro burattinaio che risponde al nome di Wong Jing. Il film incassa poco ma viene rivalutato a posteriori, dopo che in Europa e negli Stati Uniti diventa il simbolo stesso del cinema di Hong Kong, cult movie assoluto.

Pretestuosa la trama, il cui spunto iniziale è la morte del padre della protagonista Kitty. In cerca di vendetta, l'avvenente fanciulla finisce sotto l'ala protettiva di una donna sicario che la addestra come sua allieva. La precedente discente, Princess, ora si è messa in proprio e ha ricevuto l'incarico di uccidere la maestra. Partecipa all'intreccio Tinam, un poliziotto con problemi psicologici portato da un'indagine a seguire le tracce delle due assassine.
Non è difficile comprendere il motivo del clamore, visto che a simili mix di sensualità, crudezza e bizzarrie assortite non si era ancora abituati: anche se poi la violenza è auto-ironicamente stigmatizzata e le scene di sesso non mostrano quasi niente. Rimane più che altro il gusto per l'eccesso (un poliziotto per sbaglio mangia un pene reciso credendolo una salsiccia, un suo collega è impotente, due assassine si lasciano andare ad amplessi saffici, e così via), che lascia il segno grazie alle sottolineature della regia. Ford sporca il suo stile, iperbole del calligrafismo, con toni che (tragicomicamente) sacrificano l'azione pur di valorizzare fotografia e scenografie. Tutto risulta patinato, portato all'estremo, i movimenti sono volutamente pesanti, curati nei minimi termini, i veli continuamente svolazzanti sono tagliati da due o più luci e riempiono le scene. Presunto capolavoro o meno, Naked Killer è spesso piatto, ridondante e di maniera. In più di un'occasione si va oltre il kitsch con uno spirito beffardo che almeno è sempre consapevole. In fase di sceneggiatura le falle principali: l'abilità del regista sta allora nel non prendersi sul serio e nel puntare su interpretazioni coraggiose. Si espone soprattutto Carrie Ng, anche se poi rimane impressa la coppia Chingmy Yau - Simon Yam, che tornerà nello pseudo-sequel Raped by an Angel.

Hong Kong, 1992
Regia: Clarence Ford
Soggetto / Sceneggiatura: Wong Jing
Cast: Chingmy Yau, Simon Yam, Carrie Ng, Yiu Wai, Ken Lo

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