On the RunL'omicidio di una donna poliziotto da parte di un collega corrotto scatena il desiderio di vendetta dell'ex marito di lei, anche lui poliziotto, che a sorpresa di allea con la killer. I due, braccati dagli assassini, danno vita a una spietata caccia all'uomo.
Potrebbero ingannare la presenza di Yuen Biao e Yuen Wah, di solito compagni di Jackie Chan, e la regia di Alfred Cheung, da sempre abituato alla commedia. Il sottovalutato On the Run è cupo, pessimista, tirato. Un hardboiled da tradizione, con personaggi compromessi e violenti - la loro intransigenza nel non voler perdonare sarebbe piaciuta a Spillane -, che sognano una fuga impossibile. Non deve pertanto stupire il fatto che il desiderio di vendetta non nasca tanto dal dolore della perdita affettiva, quanto dalla delusione di non potersene più andare prima della temuta e imminente riunificazione: il poliziotto stava riconciliandosi con l'ex moglie solo per sfruttarne le conoscenze oltreoceano; il rivale accumula denaro per ricominciare da capo all'estero. Ad Alfred Cheung i discorsi morali interessano poco (quelli politici, anche se in chiave farsesca, sono invece tipici, si veda il divertente Her Fatal Ways, sui difficili rapporti tra Hong e Cina). Qui preferisce scavare all'interno della psicologia dei suoi interpreti, affidando alle azioni (l'effetto) le uniche risposte possibili ai torti subiti (la causa). Un discorso lineare scosso solo dalla creazione di connessioni all'inizio improponibili, basate su legami - né stima, né amore, solo odio da veicolare su un bersaglio comune - che nessun autore romantico avrebbe mai potuto tollerare.
On the Run è una delle pellicole più mature e amare che il crime movie hongkonghese abbia confezionato, a livello di contenuti e di stile. Cheung è cresciuto durante la prima New Wave al servizio di Yim Ho e Ann Hui, ma solo ora si vede: lavora allo scoperto, senza sottintesi, e piazza la macchina in modo da non celare alcun dettaglio. Al di là di un'ottima recitazione, basata sulla sottrazione, che premia Pat Ha, scoperta da Patrick Tam, e Yuen Biao, atleta sì ma anche attore, risplende per contrasto la città, affascinante e pericolosa di notte, praticamente una prigione per i due improbabili complici. Tranne qualche breve parentesi ironica - l'interrogatorio condotto dai due colleghi rimasti fedeli -, la cui eco è subito spazzata via - dalla cruda morte improvvisa di uno dei due -, rimangono impresse tante scene di grandissimo impatto - i cattivi che si muovono sempre in gruppo; gli omicidi in primissimo piano; un uomo che si fa sparare ad una mano pur di farla franca - e la grande quantità di sangue versato.

Hong Kong, 1988
Regia: Alfred Cheung
Soggetto / Sceneggiatura: Alfred Cheung, Wong Wang Gei
Cast: Yuen Biao, Pat Ha, Charlie Chin, Ida Chan, Lee Heung Kam

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