Tai Chi Hero

Girato in contemporanea al predecessore Tai Chi Zero e uscito a un mese di distanza in Cina, Tai Chi Hero riprende esattamente da dove avevamo lasciato il primo capitolo (e per esattamente, si intende proprio dalla stessa inquadratura).

Dopo aver scongiurato temporaneamente l’arrivo della ferrovia, ritroviamo il protagonista accettato dalla comunità e sposato alla figlia del capo-villaggio Tony Leung Ka-fai, anche se il povero Lu-chan è trattato più come una pezza da piedi che come uno sposo.

I guai per il villaggio di Chen però non sono finiti, con l’arrivo del figliol prodigo della famiglia a scombussolarne gli equilibri e la minaccia del villain del primo capitolo in cerca di vendetta con nuovi, terribili macchinari (ci sono anche aeroplani, ovviamente steampunk!).
Come ogni seguito che si rispetti, Tai Chi Hero è caratterizzato da più azione e più effetti speciali del primo capitolo, ma per una volta ciò non serve a nascondere una sostanziale mancanza d’idee, bensì a dimostrare come il progetto di Stephen Fung sia più articolato di quanto intravisto nel confusionario primo capitolo. Viene infatti riservata maggiore cura alle esigenze narrative, con una sceneggiatura più organica e uno stile che dosa le trovate visive - sulle quali Tai Chi Zero si basava interamente - anche se persiste l’(ab)uso dei ralenti.

Questa parziale normalizzazione si riflette anche in una colonna sonora più tradizionale (del giapponese Katsunori Ishida) e una limitazione della comicità demenziale per lasciare spazio ad alcune scene inaspettatamente seriose (e riuscite, come il confronto tra il capo-villaggio e il figlio maggiore). La consueta dose d’azione viene invece generosamente elargita, culminando nell’attacco al villaggio con gran dispendio di effetti speciali, mentre le coreografie di Sammo Hung trovano finalmente la giusta alchimia con lo stile di Fung, portando alla migliore scena di combattimento della serie. Ambientato nelle cucine dell’imperatore, il duello vede confrontarsi Lu-chan con il Maestro Li e si svolge in equilibrio su delle sottilissime travi di legno, mentre i preparativi per il pranzo del principe continuano sotto di loro e il regista può giocare di montaggio, video e sonoro, creando divertenti analogie.

Insomma Hero ha più la forma di un film che di un calderone eterogeneo e raffina le trovate di Zero; benché ne mantenga alcuni dei difetti, conserva un alto tasso di intrattenimento, in attesa del terzo capitolo previsto per il 2014.

 

Hong Kong/Cina, 2012
Regia: Stephen Fung.
Sceneggiatura: Cheng Hsiao-tse, Chang Chia-lu, Chen Kuo-fu.
Action Director: Sammo Hung.
Cast: Jayden Yuan, Angelababy, Tony Leung Ka-fai, Daniel Wu, Peter Stormare.

 

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