Task ForceIl titolo non deve fuorviare, non siamo di fronte all'ennesimo action movie imbolsito. Inverosimilmente Task Force è film dalle mille anime, diviso tra dramma, melò, commedia e poliziesco, stilisticamente perfetto nel dosare ogni singolo componente nel quadro generale di un mosaico variegato. Ciascun personaggio è custode di una storia e la racconta con grande trasporto: Rod Lin, poliziotto ingenuo e insicuro cresciuto nel ricordo del padre, a sua volta poliziotto; Fanny, una prostituta che non sa smettere di raccontare bugie, in attesa che un misterioso killer la porti via dallo squallore quotidiano; LuLu, un poliziotto puttaniere e cinico, legato da amicizia a un criminale di mezza tacca; Shirley, donna poliziotto sola, trascurata da un fidanzato egoista.
Patrick Leung, coadiuvato dall'ottimo lavoro dello sceneggiatore Chan Hing-kar e della produttrice Amy Chin, dimostra come sia possibile trasformare l'ordinario in straordinario e, viceversa, come anche le cose apparentemente più fuori dal comune possano, se osservate da un altro punto di vista, tornare ad essere perfettamente normali. E' un modo di ragionare simile a quello di Johnnie To. Ma allo stesso tempo la pellicola possiede la leggerezza e l'astrazione di Wong Kar-wai, con la sua capacità di creare strutture complesse e solo apparentemente semplici, interamente basate sulla difficoltà dei rapporti interpersonali. Senza giudizi severi Leung, che per la prima volta si comporta da autore, ci fa affezionare ai quattro personaggi in gioco e ci porta a volerne sapere di più su questi comuni mortali. Si sprecano le citazioni, a partire proprio da John Woo1, con lo stesso regista che approva il risultato finale e Waise Lee in un ruolo simil-A Better Tomorrow.
Il film non risente mai della molteplicità dei piani narrativi, che si tangono e si allontanano continuamente, e mostra una compattezza e una risolutezza davvero rare. La sparatoria finale, sanguinosamente catartica, è un tributo all'heroic bloodshed e alle regole dell'onore. Rivisitando e ricucendo spezzoni tra di loro, Leung agisce da memoria storica: richiama e rilegge con intelligenza. Tutto è nel segno del ricordo e della paura di sbagliare. Per giungere alla piena maturazione è necessario comprendere come convivere con dolore e violenza e renderli sopportabili. E questa è la cosa più triste e al tempo stesso più esaltante.

Note:
1. Di cui Leung è stato a lungo braccio destro. Una sequenza in cui un killer copre le orecchie di Charlie Yeung per proteggerla dal rumore della sparatoria che sta per scatenarsi, è presente, molto simile, in Face/Off - Due facce di un assassino, sempre del 1997. Nel film americano John Travolta copre le orecchie di un bambino. Chi avrà ispirato chi?

Hong Kong, 1997
Regia: Patrick Leung
Soggetto / Sceneggiatura: Chan Hing-kar
Cast: Leo Koo, Charlie Yeung, Eric Tsang, Karen Mok, Edmond So

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