The Golden GirlsAlla riscoperta delle proprie radici, con l'ingiustamente sottovalutato The Golden Girls il regista Joe Ma percorre un cammino a ritroso e si tuffa nel passato del cinema cantonese (la storia parte infatti nel 1950 e, pur raggiungendo nel finale i giorni nostri, si ferma praticamente agli anni settanta). Un discorso che fa dell'autoriflessività la sua principale dote, pescando a piene mani dalla storia e rileggendola in chiave brillante e romantica. Lo sguardo che dall'interno svela i tempi che furono è quello di un ammiratore nostalgico: Joe Ma, anche responsabile della sceneggiatura insieme al collega Cheung Chi-sing, omaggia con sincerità questo magico mondo dorato fatto di lustrini e di stelle. Cavalcando un trend passeggero, quello della riscoperta e della glamourizzazione degli anni sessanta lanciato dallo splendido 92 Legendary La Rose Noire di Jeff Lau.
Subito in evidenza l'effimera precarietà di una società in grande espansione che elegge e distrugge i suoi modelli di riferimento con la stessa facilità con cui cambia i propri gusti: l'universo cinematografico ovviamente risente più di tutti di questa fugacità. Le attrici passano dalle stelle alle stalle in un baleno e la comparsa di oggi può facilmente diventare la celebrità di domani. La speranza delle due amiche Ball e Lulu è riuscire a sfondare definitivamente come attrici e abbandonare comparsate e apparizioni veloci per diventare protagoniste amate dal pubblico. Accanto a loro l'ascesa dello sceneggiatore Chen, che è innamorato di Ball ma che a causa dell'amarezza del destino finisce per consolarsi con la bella Lulu.
Poter leggere attraverso vari livelli permette agli artefici del progetto di inserire la loro personale rivisitazione dei modelli e dei personaggi in auge all'epoca. E così non mancano frecciate all'attore superstar o al produttore che allunga le mani. Per mitigare la drammaticità degli argomenti occorre stemperare la tensione con la risata, e Anita Yuen è maestra in questo: tanto più è paradossale la situazione, tanto più stride con il realismo che la circonda e tanto più fragorosa è la risata che genera. Nella seconda metà la pellicola assume un accento più serio e i toni si fanno più drammatici, quando il romanticismo e la tensione emotiva si fanno più esaperate: nonostante tutto l'opera non perde in compattezza. I tre protagonisti, davvero bravi, non fanno che riproporre i ruoli che li hanno portati al successo; tante guest star illustri aumentano il valore dell'opera.

Hong Kong, 1995
Regia: Joe Ma
Soggetto / Sceneggiatura: Joe Ma, Cheung Chi-sing
Cast: Lau Ching-wan, Anita Yuen, Ada Choi, Pauline Suen, Allen Fong

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