The LunaticsL'ordinaria routine, ma sarebbe meglio dire odissea, di un assistente sociale volenteroso ma imbelle di fronte a tanti casi umani ai limiti della disperazione. Al suo fianco una giornalista caparbia e insistente, che prima fiuta lo scoop e poi si appassiona sul serio al lavoro che ha imparato a conoscere. Al primo film dopo una lunga militanza come attore marziale per gli Shaw, Derek Yee fa le prime prove da filmaker impegnato, tessendo una fitta trama: il melodramma di costume - la versione aggiornata e consapevole di tante commedie agrodolci degli anni '50 e '60 - diventa cupo e poco disponibile al compromesso buonista, come dimostrano lo stile semplice, lo schematismo di fondo e la sceneggiatura schietta.
The Lunatics, pur non del tutto riuscito - anche se a fin di bene: tende nel finale alla retorica del climax emotivo da thriller e all'esagerazione didattico-pedante della sociologia di strada -, è un docudramma (i primi piani che simulano le interviste, la fotografia sporca, le location povere) che può anche dare fastidio, di scarso appeal commerciale (da cui l'etichetta appiccicata a Yee di autore indipendente: in realtà qui produce una delle principali major degli anni ottanta, la D&B di Dickson Poon), un atto di dolore che porta alla luce uno dei tanti volti nascosti della Hong Kong meno scintillante.
I personaggi, che rischiano di diventare figurine da rimirare, sono disadattati, schizofrenici, reietti, lunatici che vivono a modo loro e non tollerano le regole della società: c'è un quarantenne esaurito che è stato privato dalla ex-moglie del diritto di vedere il figlio, c'è una vecchina vagabonda che ricicla lattine e vive in una piccola discarica personalizzata, c'è un padre incapace di provvedere a se stesso e alla propria prole. Ci sono, soprattutto, i pochi volontari che lottano strenuamente, di giorno in giorno, contro le avversità create dalle persone normali e contro la diffidenza di coloro che vorrebbero aiutare.
The Lunatics è una scomoda eccezione, che risalta particolarmente in un periodo dove le commedie scanzonate (di cui riprende con sarcasmo personaggi e tendenze: gli yuppie arrivisti, le famiglie disgregate, il legame con vicinato e squallidi casermoni) e i polizieschi a tutta birra sono l'unico piatto disponibile. Non ingannino le guest star di peso (Tony Leung Chiu-wai, Chow Yun Fat, John Shum, con l'aggiunta di un ottimo Paul Chun, fratello del regista), relegate a piccole (appropriate) particine di contorno; il vero gigante della situazione è l'intenso Stanley Fung, abile caratterista poco abituato alla gloria, affiancato dalla sempre valida Deannie Yip.

Hong Kong, 1986
Regia: Derek Yee
Soggetto / Sceneggiatura: Derek Yee
Cast: Stanley Fung, Deannie Yip, Paul Chun, Dennis Chan, Chow Yun Fat

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