The Most WantedPoliziesco di routine, senza troppa sostanza, creato dal quasi esordiente (e mai più rivisto all'opera) Wong Gam Din su misura per dimostrare la bravura di Lau Ching-wan, finora impegnato quasi esclusivamente in commedie, e la sua versatilità nell'affrontare anche personaggi drammatici, borderline. Gli tocca dare credibilità a un poliziotto sotto copertura, Ho Chi Yung, detto Cat, abbandonato nel momento più difficile della missione - incastrare un pericoloso boss mainlander, sfruttando un'amicizia contratta in carcere durante un finto periodo di detenzione - dai superiori troppo interessati alla propria carriera per esporsi e salvare il loro sottoposto. Dopo una rapina sanguinosa, Cat, ferito, è costretto a defilarsi in attesa che si calmino le acque, apparentemente abbandonato dai complici; gli fa compagnia una bella immigrata clandestina, sua vicina di casa, conosciuta per caso pochi giorni prima. Sulle sue tracce si mette un caparbio poliziotto, onesto ma testardo, deciso a tutto pur di assicurare alla polizia quello che crede sia un traditore passato alla malavita.
Le premesse sono le stesse di City on Fire di Ringo Lam, minori la convinzione e l'originalità degli sceneggiatori, che quando possono si abbandonano agli stereotipi del caso: ne risultano inficiate le psicologie dei personaggi e le loro interazioni. In The Most Wanted c'è un po' di tutto, forse fin troppo, nel rispetto dei canoni del noir sensazionalista: il commissario di buon cuore; il sovrintendente maneggione; il gangster cinese crudele; il poliziotto giovane ripreso da tutti ma valido; l'immigrata generosa; l'amicizia tra piccoli criminali; l'omicidio involontario che scatena infiniti complessi di colpa; il finale oltremodo retorico. Sono proprio l'eccessiva dose di generalizzazioni e lo scarso coraggio nel non affondare il colpo (scorretto) che tolgono ritmo e personalità a una pellicola altrimenti vivace, costruita per offrire uno spaccato realista del sottobosco delle triadi, valorizzata da interessanti sequenze d'azione. E alla fine, come previsto, il palco è tutto per Lau Ching-wan - con una breve interferenza da parte dell'altrettanto efficace Kent Cheng; ma non demerita neanche il sottovalutato Bowie Lam -, che comincia a costruirsi una carriera di successo: passerà di lì a poco a progetti più importanti, da C'est la vie, mon cheri ai recenti fasti con Johnnie To e la sua Milkyway.

Hong Kong, 1994
Regia: Wong Gam Din
Soggetto / Sceneggiatura: Yip Wai Chung, Susan Chan, Taures Chow
Cast: Lau Ching-wan, Bowie Lam, Eileen Tung, Kent Cheng, Gam Hing Yin

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