The Vampire CombatIl maestro Maolung, da tempo interessato al soprannaturale, approfitta dell'allineamento dei pianeti del sistema solare per rapire la moglie del suo discepolo più fidato, Hu Yaotu, avendo scoperto che è la reincarnazione della donna Yin, approfittandone per trasformarsi in Devil Monster. Hu, con l'aiuto di alcuni fidati amici esperti in arti marziali e demoniache presenze, riesce a porre un freno ai piani del perfido maestro. Sessant'anni dopo i protagonisti di quelle vicende si sono reincarnati, immemori di quanto accaduto, ma un altro discepolo di Maolung, voltosi al male, trama per liberarlo nuovamente sulla terra. Hu, misteriosamente non invecchiato, si muoverà per ritrovare la reincarnazione della donna Yin, scoprendo che è una parrucchiera già venuta in contatto con un detective dai misteriosi poteri magici che vuole proteggerla ad ogni costo.
Una trama decisamente fuori dalle righe per una produzione stretta ai minimi termini. Tutti i soldi sono spesi nei primi cinque minuti, quando con discutibili effetti digitali gli amici di Hu sbaragliano l'orda di zombie-vampiri, trasformandoli seduta stante in ossa semoventi che si squagliano in polvere. La restante ora abbondante è un vorticoso guazzabuglio di diversi registri. I punti di vista si assommano, i dialoghi si fanno sempre più criptici (o surreali, a seconda), mentre la storia si perde in derive sempre più incomprensibili, almeno all'apparenza. Perché, pensandoci bene, la trama non è poi così complicata, ma la forma scelta per raccontarla è talmente astrusa da inficiare qualsiasi tentativo di visione che non preveda il frequente utilizzo del tasto rewind. Certo queste scelte permettono al regista e allo sceneggiatore di inserire un po' di tutto nel calderone. Amori che si rincorrono nel tempo, vampiri, sangue, misteri filosofico/religiosi, astrologia, sogni macabri, qualche gag non troppo riuscita, alcune sequenze d'azione che si mantengono su livelli accettabili. Il tutto risulta però disequilibrato e disperso. Location povere e poco curate, interni spogli, una fotografia risibile unite a degli attori spaesati che si limitano a presenziare sul set, probabilmente perché non hanno molto altro di meglio da fare, rendono la visione una esperienza sicuramente singolare. Guardando con occhio benevolo poi certo qualche lato positivo lo si può anche trovare, il problema è capire se valga davvero la pena perdere del tempo per tentare. Andrew Lin, con tanto di baffi e pizzetto, si limita a mantenere la stessa espressione per tutto il tempo. Valerie Chow è decisamente spaesata, e oltrettutto tremendamente mal consigliata in quanto a vestiario. Jackie Lui risulta invece insopportabile fin dal suo ingresso in scena, ma sarà senza dubbio una questione di gusti. Wilson Tong, non a caso un passato come action director (fin dai tempi di The 36th Chamber of Shaolin e Shaolin Mantis, entrambi del 1978) e come regista di film non certo indimenticabili, si arrabatta come può e confeziona un b-movie con poco ritmo ma molta carne al fuoco.
Indigesto.

Hong Kong, 2001
Regia: Wilson Tong
Soggetto / Sceneggiatura: Cheung Hoi Ching
Cast: Andrew Lin, Valerie Chow, Jacky Lui

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.