The Way We Were

Cheong Kwai è un cinquantenne di Hong Kong come ce ne sono tanti, con un lavoro in un supermercato buono per portare a casa la pagnotta e poco più, un matrimonio fallito alle spalle e una figlia che lo considera piuttosto patetico, ma Kwai non è sempre stato così: una volta era un attore, uno dei tanti comprimari che l’industria del cinema della ex-colonia ha sempre sfruttato senza mai offrir loro la luce della ribalta. Un ricordo particolare di quel periodo di relativa fama per Kwai, però, continua anche venti anni dopo a solleticargli l’orgoglio: quel quarto d’ora di celebrità straordinaria coinciso con un ruolo secondario, in un film tratto dal celeberrimo sceneggiato televisivo che negli anni ’80 lanciò nientemeno che Chow Yun Fat, ovvero Shanghai Tang (il titolo internazionale era The Bund), storia di gangster e melò ambientata nella Shanghai degli anni d’oro. Da allora, Kwai sogna di poter avere un giorno la possibilità di riscattarsi girando un remake di quel film, ma un remake in cui stavolta sia lui ad essere il protagonista, e tutti gli altri i comprimari. Ma non bastano la volontà e l’orgoglio perché i sogni si realizzino; per quello, ci vuole anche un po’ di fortuna.

Un giorno Kwai diviene una specie di eroe della rete per aver sventato una bizzarra rapina con ostaggi avvenuta nel supermercato dove lavora e, con questo inaspettato spiraglio di popolarità, arriva anche la fortuna, insperata, di un finanziatore che metta i soldi per poter finalmente realizzare in pratica il sogno di rifare il film The Bund.

Come si può capire dalla trama, The Way We Were è un film costruito tutto intorno alla figura di un comprimario nel ruolo di protagonista, e il fatto che il volto di Kwai sia sullo schermo quello di Liu Kai-chi, caratterista tanto bravo e presente in miriadi di film, quanto sottovalutato e impiegato in parti di contorno (un po’ a condividere la sorte di un altro grande di questo “genere”, Lam Suet), garantisce quel tocco in più di empatia che è poi uno dei punti forti (non molti a dire il vero) del film. Sulla carta, infatti, vista la storia e la figura di Liu Kai-chi, The Way We Were avrebbe potuto essere una specie di riedizione in tono minore e più burlone di quel grandissimo film sul cinema di Hong Kong e l’umanità dei suoi personaggi che era stato My Name is Fame, dove allora un altro grande sottovalutato come Lau Ching-wan era riuscito a rapire il cuore degli spettatori e pure le lodi dei critici. Purtroppo, invece, la mano un po’ pazzerella e confusionaria al di là del lecito (anche per una commedia cantonese) di un duo di provenienza teatrale di registi all’esordio, Hui Shu-ning e Lau Kin-ping, che alterna commedia scema, melò, inserti pseudo-onirici, flashback e pure qualche sconfinamento inopinato nel musical, ha un effetto abbastanza nefasto sulla riuscita generale del film.
Non che manchino le idee, ai due esordienti, e anzi alcune sono molto gustose da sorbire - come la rapina al supermercato fatta con un coltello di plastica e la conseguente fuga con ostaggi (con un grande Tats Lau, tra l’altro), oppure come le consulenze tecnico-cinematografiche dei colleghi commessi di Kwai, o ancora come il siparietto con Tan Lap-man che arringa un gruppo casalinghe sulla crisi finanziaria e le possibilità di investimento - ma il resto è discreta fuffa, messa insieme in maniera troppo raffazzonata per emozionare davvero e, spiace dirlo, nemmeno Liu Kai-chi, nonostante l’impegno e la professionalità dimostrata, riesce a risollevare il tutto.

Hong Kong, 2011
Regia: Lau Kin-ping, Hui Shu-ning.
Cast: Liu Kai-chi, Pakho Chau, Tats Lau, Fiona Sit.

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