Categoria: FILM

The ParkSulle tracce del fratello, giornalista scomparso durante un'inchiesta su un parco dei divertimenti maledetto, l'insicura Yen, accompagnata nella scampagnata da un nutrito gruppetto di amici, visita il luogo del fattaccio sperando di far luce sul mistero. Dopo una prima esplorazione a base di lazzi e risate collettive, i componenti della spedizione cominciano a morire, intimiditi da qualcosa di soprannaturale, presumibilmente il clown suicida, ex padrone del luna park, che li spia, ne porta alla luce le paure e infine li massacra senza pietà. In aiuto dei ragazzi in pericolo accorrono una strana bambina, morta una decina di anni prima spiaccicata al suolo cadendo dalla ruota panoramica, e la madre di Yen, guardacaso una medium capace di venire a patti con gli spiriti più agguerriti.
Girato in Thailandia con tanti attori locali, The Park è la peggior degenerazione possibile dell'horror cinese ibridato con dosi massicce di digitale e immaturità adolescenziale. Trama, attori e regia sono legati dal comune filo dell'incoerenza, dell'ingenuità non voluta e del tentativo di lucrare su trend e modi di fare giovanili. Andrew Lau tocca il fondo con un prodotto raffazzonato, scritto malissimo, popolato da icone di antipatica inutilità. Una pellicola isterica, rumorosa, strillata, che nelle intenzioni dei creatori avrebbe dovuto essere nobilitata dalle deludenti sequenze in 3D. Il gioco di contrasti tra realtà, videogiochi e immaginazione ludica - il luna park e le sue attrazioni, i freaks e gli spettri che lo popolano, la natura stessa del tridimensionale cinematografico - non regge, inconsapevole conferma della scarsa lucidità di regista & compari e dello spreco del (peraltro poco) talento attoriale a disposizione. L'eccesso di citazioni (Ring, Ju On: The Grudge, il videogame Project Zero) infastidisce, dimostrando che per Lau l'originalità non è un fattore importante, anzi semmai un ostacolo alla sua incontenibile ambizione nel voler arrivare ad ogni costo per primo in una caccia al tesoro del tutto personale: ma l'agognato premio, il bottino del box office, gli sfugge per l'ennesima volta. I giovani, che il regista porta su grande schermo attraverso stereotipi (la ridicola parentesi nello skate park) e look di tendenza, non hanno infatti alcuna intenzione di dar retta a chi non ne comprende (più: un tempo le cose erano diverse) neanche minimamente pulsioni e passioni. Le risate involontarie e la confusione dell'insieme sono l'ultimo fallimento di un'idea di cinema fantastico priva di nerbo e di vitalità, assolutamente da evitare, anche come esempio di exploitation bassa o di possibile venerazione come cult movie ridicolo.

Hong Kong, 2003
Regia: Andrew Lau
Soggetto / Sceneggiatura: Law Yiu Fai, Lung Wah Shum
Cast: Bobo Chan, Tiffany Lee, Tsang Kwok Cheung, Johnathan Cheung, Kara Hui