Seconda prova alla regia per Stephen Fung, che ancora una volta, dopo il debutto con Enter The Phoenix, strizza l’occhio alla saga di Bruce Lee, con un riferimento nel titolo che però non va oltre la superficie.
Siu Bo (Anthony Wong) è un uomo di mezza età che gestisce una clinica di medicina cinese e ha la passione di raccontare storie strampalate.
Oltre la scorza di una trama che ha poco di originale, ma che nella semplicità tutto sommato funziona, House of Fury si infiamma e scuote quando si arriva al kung fu. Abbondanti, anche se poco varie, le scene di combattimento, con le coreografie di Yuen Woo-ping che nonostante gli sforzi sanno di già visto per la gran parte e cedono il passo quando a menar le mani ci sono personaggi poco credibili come Gillian Chung, con conseguente abuso di controfigure e scene velocizzate al limite del ridicolo.
Il lato comico è quello dove il film fa meno grinze, mantenendo in piedi la baracca con un pizzico di verve. Anche qui, niente di nuovo o strordinario, ma tempi comici dignitosi e abbastanza godibili. Il cast se la cava tra alti e bassi: da Antony Wong, che incrocia ancora la sua strada con Michael Wong dopo Beast Cops, fino al regista Stephen Fung che lascia l’impressione di poter ancora dare di più nei panni di attore che dietro la macchina da presa. Efficace il duo delle Twins (particina per Charlene Choi, oltre a Gillian Chung) e da applausi la comparsa di Wu Ma, che riesce ad emergere anche al di sopra di un ruolo risibile come quello affidatogli.
In poche parole: sotto il kung fu, qualche risata. Il resto è poco o nulla.
Hong Kong, 2005
Regia: Stephen Fung
Soggetto / Sceneggiatura: Stephen Fung, Law Yiu-fai
Cast: Anthony Wong, Stephen Fung, Gillian Chung, Daniel Wu, Charlene Choi