Categoria: FILM

The Fastest SwordIl non più giovanissimo Ding Menghao, conosciuto come Southern Sword, è uno degli spadaccini più veloci e rinomati nel mondo delle arti marziali: ogni volta che estrae la spada durante un duello, finisce con l’uccidere il suo opponente. Un giorno un eremita lo osserva scontrarsi e uccidere quattro uomini. Vedendo l’ira e la bramosia che lo accecano, il maestro gli propone una scommessa.

Se in uno scontro tra loro due sarà Menghao a vincere, l’anziano lo servirà per tre anni; in caso contrario sarà lo spadaccino a seguirlo per lo stesso periodo di tempo. Menghao è sicuro di vincere, ma la tenzone si risolve in pochi colpi e l’irruento cavaliere è costretto a seguire il maestro alla sua remota dimora. Qui però non riesce a concentrarsi nella meditazione, né gli garba spendere il tempo a trascrivere vecchie pergamene. Per questo il vecchio gli dà il compito di ricavare una statua da un blocco di pietra. Solo alla fine dei tre anni il maestro si riterrà soddisfatto del risultato. Menghao può finalmente lasciare la casa dell’eremita, ma ormai è completamente cambiato. Non cerca più la conferma della sua bravura nei continui scontri con la spada. Il mondo delle arti marziali è però spietato: tutti i più famosi spadaccini lo perseguitano, sfidandolo. Invariabilmente perdono la vita. Menghao cerca di sfuggire il destino ritirandosi in un villaggio a scolpire statue nella pietra, ma un giorno in città giunge Qiu Yixing, la Northern Sword, deciso a scoprire dove si nasconda Ding Menghao, ormai considerato da tutti il più veloce spadaccino vivente...
Gli elementi in gioco sono quelli usuali di decine di wuxiapian: una volta arrivato in cima alla piramide di gloria e onore, un guerriero si rende conto che quello che riteneva un paradiso è in realtà una maledizione. Prova a sfuggire dalla gabbia che si è creato, ma la logica del jiang hu è implacabile; nessun uomo può ingannare il destino che si è scavato con le proprie mani. L’aspetto interessante di The Fastest Sword, lontana rivisitazione del nostalgico western Romantico avventuriero - Il fuorilegge del Texas (The Gunfighter, di Henry King, 1950), è vedere come una storia tanto abusata funzioni e sia gradevole anche senza i volti di attori famosi a sostenerla. Liu Ping, maturo esordiente della scuderia Shaw, ha infatti l’espressione enigmatica e segnata dalle avversità, oscurata da quel velo di tristezza proprio di chi sa il dolore che provoca intorno a sé, ma non può fare più nulla per placarlo. I lati positivi si fermano comunque di fronte a una storia eccessivamente schematica e a passaggi didascalici, gestiti senza sgarrare dalla formula consolidata. Disseminati per il film ci sono però intuizioni degne di nota, sia sul versante narrativo (il fatto che l’esito degli insegnamenti dell’eremita si possa evincere dai risultati, ma non sia mai spiegato), che nella messa in scena (valga il lunghissimo ralenti durante lo scontro finale). I duelli, che non rivestono comunque un ruolo fondamentale, relegati al preambolo e alla seconda parte, risultano - visti oggi - naturalmente datati e articolati rozzamente. Eppure conservano una fisicità da cui traspira la sofferenza dell’eroe. Poon Lui (Pan Lei nella traslitterazione in mandarino), che aveva esordito pochi anni prima con il melodramma Lovers’ Rock (1964), non ha il senso estetico di un King Hu o l’incedere epico di un Chang Cheh, per questo il suo film, benché solido, risente maggiormente del trascorrere del tempo.

Hong Kong, 1968
Regia: Poon Lui
Soggetto / Sceneggiatura: Poon Lui
Cast: Liu Ping, Go Ming, Chuk Jing, Hon Kong, Law Hon