Categoria: FILM

Let's Go Siu Sheung (Juno Mak) è un bambino come tanti, negli anni ’80 a Kowloon: palazzone popolare, figlio unico, con mamma e papà che si arrabattano per cercare di migliorare la loro situazione economica e sociale; di simpatico c’è che Siu Sheung e suo padre sono grandi fan del cartone animato giapponese God Sigma, uno dei tanti robottoni componibili che hanno abitato i pomeriggi dell’infanzia dei trentenni di quasi tutto il mondo, del resto.

Un giorno, tuttavia, succede una cosa che la normalità di una vita come tante non prevede: Siu Sheung e suo padre, per una coincidenza sfortunata, si ritrovano sul luogo di una rapina, ed è là che accade l’imprevedibile.

Il padre di Sheung si “trasforma” in un supereroe del quotidiano, veste lui i panni di un God Sigma della realtà e cerca di bloccare i rapinatori, ma rimane ucciso nel conflitto a fuoco che segue. Da quel momento in Siu Sheung qualcosa si rompe e la frustrazione per un senso di giustizia astratto, ricavato dalla TV ma contraddetto dalla cruda realtà di un padre morto per una buona causa, lo lasciano in un limbo in cui il ragazzo si accontenta di imparare le arti marziali per difendere qualche compagno di quartiere da bulletti altrimenti inoffensivi. Una ventina di anni dopo la morte del padre, a Siu Sheung si aprono le porte del mondo vero e questo succede quando finisce – sempre per caso – a lavorare per un gangster di medio livello, Shing (Gordon Lam). In queste vesti “da adulto” Sheung trova anche l’amicizia (e forse qualcosa di più) di Annie (Stephy Tang), la figlia del suo boss Hon Yu (Jimmy Wang Yu). Come spesso capita ai pesci piccoli caduti in una boccia troppo grande per loro, il disastro accade quando Sheung viene coinvolto nella lotta di potere tra Hon Yu e il suo luogotenente Shing, dopo la quale niente rimarrà intonso com’era in TV, quando la sigla di God Sigma gli apriva un mondo altro, diverso…

E proprio questa sigla del cartoon anni ’80, che a Hong Kong era cantata da nientemeno che Leslie Cheung, è un po’ la colonna portante sia della soundtrack che della sfumatura pesantemente nostalgica di Let’s Go!. Dopo un’escursione interessante nel Cat III con Revenge – A Love Story (che vedeva protagonista lo stesso Juno Mak), Wong Ching-po stavolta mette in piedi un bizzarro film di supereroi e calda nostalgia, confezionato per strizzare l’occhio a quelli della generazione anni ’80 e per questo capace anche di andare oltre i confini di Hong Kong, nonostante i riferimenti (in primis la citata sigla e Leslie Cheung) siano tutti piuttosto “esoterici”. Il film parte con il botto e, con il suo ricordare atmosfere passate ma non troppo, sembra quasi affiancarsi a lavori di Derek Kwok come The Pye Dog e Gallants, che tante lodi hanno ricevuto anche su questi lidi; continua sviluppandosi bene tra coreografie degne (da principio ispirate alla saga di Ip Man) e scene d’azione d’impatto, ove interpola efficacemente una deriva di storia da gangster movie cupissimo con due grossi Jimmy Wang Yu e Gordon Lam, ma poi…

Poi, purtroppo, Let’s Go! si perde per strada, e clamorosamente, dopo un’ora di costruzione promettente e anche di più, il film si avvicina più che altro a un pasticcio sfilacciato, in cui le scene si susseguono senza nessi, i personaggi non sembrano agire se non a caso e l’interesse per la storia, di conseguenza, cala di molto. Si riscatta parzialmente solo nel finale, quando Wong Ching-po la butta sull’azione adrenalinica e, seppur non riuscendo più a colpire al cuore, almeno alla pancia qualche colpo lo tira ancora. Meglio ricordare quella prima ora così intensa, che rimane qualcosa che per un appassionato di cinema di Hong Kong, magari cresciuto tra gli ’80 e i ’90, vale di sicuro la pena vedere, sperando che la prossima volta Wong riesca a mantenere quel livello sino alla fine.

Hong Kong, 2011
Regia: Wong Ching-po.
Soggetto/Sceneggiatura: Simon Lai, Yan Pak-wing.
Cast: Juno Mak, Stephy Tang, Gordon Lam, Jimmy Wang Yu.