Categoria: FILM

Sealed with a KissL'inizio fa temere una pallida imitazione del Wong Kar-wai più involuto, quello tutto immagine e poca sostanza di Fallen Angels. Poi entrano in scena i personaggi e si comprende come l'ispirazione sia altra, ossia il classico Cyrano di Bergerac. Da Rostand sono prelevati di peso tre componenti di questo quadrilatero sentimentale: lui è muto, lei è bella, l'altro è troppo timido per farsi avanti. Un gioco delle parti che prevede un ultimo elemento, una ragazzina innamorata che ha ancora dentro di sé il dolore di un'esistenza difficile. Torniamo al prologo: macchina ondeggiante, che scatta in avanti protendendosi verso l'isola di Ping Chau, teatro abbastanza insolito della vicenda per chi è abituato alle strade trafficate di Hong Kong o alla quieta solarità di Macao. Altro dato significativo: Sealed with a Kiss è il primo film non d'azione della Milkyway.
Kam Shui è diventato muto quando la madre lo ha abbandonato, in seguito alla morte del padre, un pescatore, durante il naufragio della sua nave. La donna che lo accudisce, stanca di vivere lontana dalla famiglia, decide che è giunto il momento di partire e di lasciare che il ragazzo viva la sua vita. Ad abitare con lui arriva una nuova affittuaria, Mandy, ragazza di città appena mollata dal fidanzato. Angel è invece l'inseparabile compagna di giochi di Kam Shui: preferisce stare con lui piuttosto che vedere il padre che picchia la madre ogni giorno. Kam Shui perde subito la testa per Mandy, con cui sogna ad occhi aperti di trascorrere momenti indimenticabili, anche quando scopre che lei ha una cotta per un pompiere appena trasferitosi sull'isola. Quinta pedina, puro fattore di disturbo, è un bullo locale, che ha un conto in sospeso con Kam Shui e Angel.
Il film parte lentamente: la coppia che non è - né sarà mai - tale si completa nel desiderio latente, tappa iniziatica di un melodramma che non sboccia. Il subentrare della parentesi romanzesca con il pompiere e Angel che si avvicinano rende più pepata l'atmosfera e prepara il terreno per l'epilogo. Che non è, come ci si aspetta, quello più facile e scontato: l'accademia sfocia infatti nella tragedia e nel sangue. Sotto l'egida di un tormentone musicale reiterato, ad acuire il senso di disagio e a rendere la coraggiosa presa di posizione finale l'unica soluzione accettabile, scorrono i titoli di coda. Senza una spiegazione, senza cedimenti retorico-morali, senza falsi ideali spazzati via dal tempo, senza rimpianti circa quello che avrebbe potuto essere e che non è stato. Diretto con il solito savoir faire da Derek Chiu, regista che la sa lunga quando deve far quadrare i sentimenti, il film trasferisce sindromi e passioni in un contesto desueto e sorprende per la sua intraprendente sinuosità.

Hong Kong, 1999
Regia: Derek Chiu
Soggetto / Sceneggiatura: Hui Hong
Cast: Louis Koo, Yoyo Mung, Su Au, Raymond Wong Ho-yin