Categoria: FILM

Spacked OutLawrence Ah Mon è autore difficile, decentrato, quasi sempre fuori dai grandi giochi. La sua carriera dimostra una propensione per temi scottanti: nervi scoperti di una società dalla facciata pulita, ma dal background carico d'ombre. Con Spacked Out, grazie alla produzione di Johnnie To, torna ai fasti del celebrato Gangs (1986) con cui dimostrava per la prima volta un grande interesse nei confronti degli adolescenti complicati che finiscono tra bande giovanili, coltelli e triadi.
Stavolta le protagoniste sono quattro ragazzine tredicenni: una abbandonata da tutti, un'altra troppo approssimativa nei riguardi della propria sessualità, una vanitosa e sempre a caccia di soldi, l'ultima che rifiuta la sua femminilità. Tra rapporti casuali, aborti, momenti di sconforto, droghe, scuola, genitori assenti, fidanzati più o meno presunti, ce n'è abbastanza per riempire un'enciclopedia che ai perbenisti non piacerebbe consultare. Uno spaccato sociologico di rara durezza che non si abbandona mai alla retorica o alla spettacolarizzazione gratuita. La mano di Ah Mon convince proprio perché non si vede. L'imparzialità del punto di vista impedisce di sentirsi a proprio agio: come se si stesse spiando dal buco della serratura, si è infastiditi e al tempo stesso morbosamente incuriositi.
Lontano mille miglia dalla denuncia pomposa e molto vicino allo stile secco del documentario, Spacked Out enuncia troppe verità. Talmente ovvie che ci si stupisce ad ascoltarle esplicitamente. I genitori divorziano, non si interessano della loro prole e cercano la felicità altrove. Le scuole sono un ripiego per passare un po' di tempo, ma cosa possono insegnare a chi la lezione più dura l'ha ricevuta dalla vita e dalla strada? Le false chimere sono ovunque, e tutte nel nome del denaro, che permette di comprare (quando non si può rubare, certo) per raggiungere quell'appagamento materialista determinato dalla pubblicità e dalla moda.
La scomodità del soggetto e della narrazione è acuita dalla forma, apparentemente sciatta, sicuramente scarna. I dialoghi colpiscono per la loro concisione e per un'ironia sprezzante che colpisce più del patetismo retorico di tanti esperimenti simili. Una colonna sonora (di Arion, Keith Leung e Yue Yat Yiu) che accenna appena qualche beat e qualche arpeggio; una fotografia (di Lai Yiu Fai) che alterna i colori brillanti (ma bui) del giorno al fuori fuoco (altrettanto buio) della sera e degli interni (con i flashback e i ricordi riportati alla mente da una patina sgranata); un montaggio (Chan Chi-wai) curatissimo nella sua semplicità. Spacked Out è fatto di poco, ma ha la complessità e la raffinatezza delle grandi opere. Il malessere è acuito dall'ottima recitazione dei protagonisti. Impressiona in special modo l'irriconoscibile Maggie Poon.

Hong Kong, 2000
Regia: Lawrence Ah Mon
Soggetto / Sceneggiatura: Yeung Sing Ling, Au Shiu Lin, Rat
Cast: Debbie Tam, Christy Cheung, Angela Au, Maggie Poon, Vanesia Chu