«E' bastato un pugno di film di John Woo perché la comunità dei cinefili si rendesse conto che dietro le apocalittiche sparatorie di Hard Boiled o di The Killer era celato un intero mondo che aspettava solo di essere scoperto» (pag. 7). E alla scoperta di un intero mondo (filmico) è esattamente dedicato questo volume di Nazzaro e Tagliacozzo. Compito non facile, considerato che è stato uno dei primi libri in Italia a cercare di sviscerare la storia e le sorti di un cinema che allora sembrava sull'orlo di un abisso. Un baratro in grado di sconvolgere definitivamente l'industria cinematografica hongkongese, quel 30 Giugno 1997 data in cui la colonia britannica sarebbe tornata alla madrepatria. E se allora era difficile, se non impossibile, anche solo intuire quale strada avrebbe intrapreso tale industria, non meno facile era riuscire a trovare un percorso in grado di riassumere criticamente più di un ventennio di storia passata e di cinema. Prendendo le mosse dalla fine dell'impero degli Shaw Brothers, il volume si occupa quindi di riorganizzare le fila di una cinematografia mai così vasta e frastagliata. La strada scelta è quella di una tripartizione tematica.
Nella prima trova posto una suddivisione per generi che - esaminando una decina di titoli per genere - cerchi di dare una visuale d'insieme su quanto è stato prodotto. Schede tecniche e sinossi sono seguite da un'attenta analisi critica, che non si riduce fortunatamente a mera esaltazione aprioristica, ma cerca di guardare con occhio vigile a pregi e difetti di ogni film.
Nella seconda si prendono in esame otto figure-capisaldo (Jackie Chan, Maggie Cheung, Chow Yun Fat, Anita Mui, Jet Li, Anita Yuen, Stephen Chow e Simon Yam), dimostrando appunto che non si vive di solo John Woo - che non a caso è citato come punto di partenza, e non di arrivo - e tendendo a (ri)scoprire anche figure solitamente passate in secondo piano, come nel caso della verve irriverente e comica di Stephen Chow.
Nella terza si guarda invece a diversi tra registi ed attori/attrici, cercando di svolgere più nel profondo quell'intreccio di nomi e relazioni che ha creato uno degli ultimi star system esistenti sulla terra (constatato il declino hollywoodiano, che ormai vive di rendita) - senza ovviamente dimenticarsi dei film, sempre in primo piano.
Il cinema di Hong Kong - Spade, kung fu, pistole, fantasmi è dunque un libro indispensabile per chi voglia approfondire criticamente la propria visione, aiutandosi tramite uno sguardo-altro nel vasto mare delle produzioni hongkongesi. Un libro riuscito e completo, che ancora oggi può risultare utile (l'unico limite è forse una rosa non amplissima di film trattati più dettagliatamente - ma non era neanche l'obbiettivo principale, l'esaustività).

Autore: Giona A. Nazzaro, Andrea Tagliacozzo
Casa Editrice: Le Mani
Anno: 1997
Prezzo: L. 36.000
Pagine: 396
ISBN: 88-8012-053-0

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