A Better Tomorrow IISulla scia del primo grande successo, segue a ruota A Better Tomorrow II, sempre ad opera di John Woo. Astutamente regista e produttore (Tsui Hark) limitano i cambiamenti e ripropongono lo stesso nucleo di protagonisti (più Dean Shek in un insolito ruolo drammatico) in un contesto dove coesistono eroismo e vendetta. Il quesito da risolvere, e su cui basare l'intero edificio narrativo, è come avere di nuovo Chow Yun Fat nel ruolo di Mark Gor. Lo stratagemma utilizzato - entra in scena il fratello gemello che vive in America - non è troppo raffinato, ma è efficace. Anzitutto per la possibilità di perfezionare il carattere e di definirlo con gesti e particolari - il fiammifero tra le labbra, gli occhiali da sole e lo spolverino del defunto -, in secondo luogo come auto-referente didattico (nel prologo Ken si rivolge ad alcuni ragazzi che imitano lo stile di Mark, ammonendoli a non lasciarsi coinvolgere nel mondo del crimine). Woo, persona moralmente attenta a certe conseguenze, si preoccupa di eliminare la patina di glamour diseducativa, senza essere pedante o retorico.
La genesi della pellicola non è stata affatto semplice; il director's cut era di quasi tre ore, ma Tsui Hark impose al regista tagli per stare sotto le due ore totali. Il metodo adottato, che alla fine non soddisfò l'autore, fu alquanto particolare: a Tsui toccò il primo tempo, a Woo il secondo. I due si misero all'opera e accorciarono il metraggio eliminando le scene meno incisive: solo a lavoro ultimato furono riunite le due metà e proiettate insieme. Strano ma vero, non si sentono le due mani diverse e la continuità narrativa è salva. D'altronde lo stile di Woo è frammentato, costruito sul suo tipico montaggio (parallelo) veloce. L'alternanza di temi e di immagini - inquadrature rapide e ralenti insistiti - inganna l'occhio dando un'impressione di rapidità e di scorrevolezza che sostiene l'azione con il suo ritmo convulso ma non confuso. Si sente la mano elegante del martial arts director Ching Siu-tung, che non si cura dei raccordi (un alto muro di cinta saltato come niente) e guarda solo alla fluidità delle sequenze. La colonna sonora di Joseph Koo aiuta il pubblico, durante il lungo flashback iniziale, mascherato da sogno, a prepararsi psicologicamente al bagno di sangue che seguirà. Il duello finale, più o meno mezz'ora di pura violenza, è un chiaro omaggio al maestro Chang Cheh: non è casuale la scena in cui Ti Lung impugna una spada ed elimina il nemico, come da tradizione wuxia.

Hong Kong, 1987
Regia: John Woo
Soggetto / Sceneggiatura: John Woo, Tsui Hark
Cast: Chow Yun Fat, Ti Lung, Leslie Cheung, Dean Shek, Kwan San