Yesteryou, Yesterme, YesterdayDichiaratamente ispirato a un popolare telefilm americano, The Wonder Years - dove si narrava dell'adolescenza negli anni '60 di un bambino cresciuto in periferia -, Yesteryou, Yesterme, Yesterday è un tuffo nella memoria di un decennio appena trascorso, gli anni '80. Samson Chiu riflette con il suo protagonista, la cui voce over è (talvolta anche pedantemente) onnipresente, sulle difficoltà della maturazione in una famiglia media. Il quattordicenne Yeung Shing-bo scopre sulla sua pelle le prime esigenze del suo corpo, la sessualità finora sopìta, i sogni erotici, le compagne di classe e le insegnanti, le liti con la sorella minore e le cotte passeggere, prima per un'amica con cui è cresciuto insieme quindi con la disinvolta ragazza - cantante di cabaret, nientemeno - che ha preso in affitto una stanza presso la famiglia. Questa è composta da un padre introverso, di professione doppiatore cinematografico, dalla succitata sorellina undicenne, anche lei alle prese con i cambiamenti del proprio organismo, e da una madre affettuosa. Nel contorno di Shing-bo ci sono gli amici di scuola, uno inseparabile e uno fortemente ribelle, e i temuti rivali in amore.
Primo film di un trilogia - molto esplicito il titolo cinese: Remember... When the Banana Were Ripe - che comprende anche Over the Rainbow, Under the Skirt di Joe Ma e il quasi omonimo Yesterday You, Yesterday Me di Jacob Cheung, il (terzo) film di Chiu è in perfetta tendenza rispetto ai trend del periodo, ben inserito, complici la produzione di Peter Chan e la sceneggiatura di Lee Chi-ngai, nella scia della sophisticated comedy di successo targata U.F.O. (soprattutto He Ain't Heavy, He's My Father!). Rispettoso, per nulla volgare, autoreferenziale - la divertente scena del doppiaggio di un filmetto erotico (presumibilmente un fengyue in costume di Li Han-hsiang); i giochi di parole su Petrina Fung (e sul suo passato reale di attrice bambina negli anni '60); certe riflessioni a voce alta (e alcuni voli pindarici che tirano in ballo esageratamente i melodrammi popolari del vecchio cinema cantonese); i sogni bagnati con protagonista la bomba sexy Tina Ti (e la sua controparte attuale, Almen Wong) -, delicato, nostalgico, intelligente, Yesteryou, Yesterme, Yesterday non dà nulla per scontato e si mette sullo stesso piano dell'immaturo personaggio principale, delineando con cautela un mondo (limitato a casa e scuola) misterioso, fatto di domande non poste, di dialoghi complicati da affrontare e di dubbi irrisolti. Il mélo adolescenziale lascia presto posto a qualcosa di più complesso, un sentimento difficilmente descrivibile, profondo come il rapporto tra padre e figlio, tipico del cinema cantonese degli anni '60, che si ritrovano dopo tante incomprensioni a parlare liberamente, sullo stesso piano, consci dell'importanza della situazione e fieri di essersi finalmente capiti1, di essersi aiutati a vicenda. Il finale amatoriale con la videocamera sostituisce il tipico video-clip riassuntivo ma non è emotivamente meno efficace. Praticamente rifatto in tempi recenti, in chiave meno soggettiva, dal sudcoreano Wet Dreams, un gradino al di sotto quanto a personalità, intimismo e capacità di coinvolgere.

Note:
1. E' lo stesso sentimento che coglierà due lustri dopo Riley Yip, autore che nel suo percorso ha imparato molto proprio da Chiu, in Just One Look, nel dialogo surreale - e forse proprio per questo ancora più toccante - tra il morente Anthony Wong e il suo neonato.

Hong Kong, 1993
Regia: Samson Chiu
Soggetto / Sceneggiatura: Lee Chi-ngai
Cast: John Dang, Eric Tsang, Petrina Fung, Shirley Lui, Ellen Lo