2000 A.D.La Media Asia ha puntato molto, nel suo tentativo di diventare major (la compagnia è passata da tre a dieci film all'anno), sulle capacità di registi come Gordon Chan di assemblare blockbuster basati su budget di livello medio-alto. 2000 A.D. nasce con l'esplicito intento di essere prodotto commercialmente vincente, un action veloce infarcito di effetti speciali e scene coreograficamente all'altezza. Il mestiere del regista non è in discussione, semmai è l'intento che lascia perplessi: perché guardare con tanta insistenza all'occidente? Ci sono momenti in cui non ci si scosta troppo dagli action movie muscolari con Steven Seagal, ma per fortuna dopo un inizio discutibile - dai titoli di testa sino all'incidente aereo, con tanta computer graphic usata proprio male - la storia riprende la giusta rotta e si focalizza più sui personaggi che sulle sequenze spettacolari. I soldi per produrre la pellicola - alla base la joint-venture con la Raintree di Singapore - portano all'utilizzo dei divi locali Phyllis Quek e Lai Hing Cheung e l'ambientazione delle scene clou nell'isola-stato, compromesso più che accettabile.
Peter e Benny sono due maghi del computer che prendono la vita poco sul serio, finché non arriva a Hong Kong il fratello di Peter, ricco e potente vice-presidente di una compagnia di software. Le vite dei due amici vengono subito sconvolte dall'omicidio di Greg, a partire dal quale prende il via un misterioso intrigo internazionale che coinvolge i servizi segreti di Singapore, la C.I.A. e la polizia di Hong Kong, tutti a caccia di un potente programma in grado di scatenare una vera e propria guerra informatica. Saltano subito all'occhio i numerosi buchi di sceneggiatura, ma bisogna dar atto allo script di possedere una linea di pensiero coerente, che difficilmente si concentra su dettagli non importanti. La trama ne acquista in compattezza pur perdendo ogni speranza di avere colpi di scena originali. La storia non si appiattisce: grazie agli splendidi stunt e a una certa attenzione ai personaggi principali. Gordon Chan abbandona a se stessi i comprimari, privandoli dell'anima e rendendoli semplici marionette del destino, ma costruisce per almeno quattro caratteri un background ricco e convincente.
La recitazione rischia spesso di diventare il punto debole della pellicola. Aaron Kwok non fa altro oltre che muovere il corpo, riempiendo l'inquadratura con grande fisicità. Francis Ng - premiato per il suo ruolo con l'Hong Kong Film Award - rimane una sicurezza e anche con i capelli brizzolati mantiene charme e simpatia. Il resto del cast è fuori parte, a partire dal giovane Daniel Wu, che non sa far altro che lanciare sorrisi e combattere in maniera poco credibile, e dalla primadonna Phyllis Quek, che non riesce a creare una maschera interessante nonostante sia alle prese di un personaggio doppiogiochista potenzialmente intrigante.

Hong Kong, Singapore, 2000
Regia: Gordon Chan
Soggetto / Sceneggiatura: Gordon Chan, Stu Zicherman
Cast: Aaron Kwok, Daniel Wu, Phyllis Quek, Lai Hing Cheung, Gigi Choi

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