Brother of DarknessBrother of Darkness si apre su un corpo martoriato completamente ricoperto di ferite ancora sanguinanti. Due vecchi che piangono, mentre un giovane viene arrestato per l'omicidio. Si tratta del fratellastro del cadavere, prima di allora ritenuto da tutti buono e saggio, la parte migliore della famiglia. Il processo dà allora il via ai flashback che raccontano come si svolsero i fatti e il perché di questo epilogo violento.
Wong Kuen Wah è un personaggio violento, che fa costantemente la spola tra il carcere e casa - nella quale convive con i genitori, la moglie, suo figlio e il fratello, Wong Kuen To, adottato dai genitori in tenera età. Nelle pause che passa a casa, Kuen Wah non perde occasione per umiliare suo figlio, spassarsela con la moglie e chiedere soldi ai genitori. Kuen To cerca di farlo ragionare, ma invariabilmente la prepotenza e la violenza hanno la meglio. Questo va a scapito anche del rapporto di Kuen To con la sua ragazza, Jenny, che vorrebbe passare più tempo con lui per regolarizzare la relazione, ma che trova il costante rifiuto dell'uomo. La verità è che Kuen To è divenuto impotente fin da quando, ancora piccoli, Kuen Wah lo colpì spietatamente al basso ventre. Da una parte quindi l'accusa cercherà di dimostrare che Kuen To ha ucciso il fratello per semplice vendetta, mentre la difesa tenta di richiamare l'attenzione sulla legittima difesa.
Ci troviamo di fronte a un film il cui unico scopo dichiarato è senza dubbio mostrare le più disparate depravazioni e abbondanti parti di corpi femminili a differenti stadi di nudità. Questo fa ricadere pienamente la pellicola in quel vasto magma dai confini tanto labili quanto oscuri dei Categoria III. In questo caso però la scelta non pare solo un mero espediente commerciale, bensì un modo per richiamare l'attenzione sulla violenza intrinseca propria di una parte della popolazione hongkongese, quella più marginalizzata e povera. Il film descrive infatti una società dove l'esistenza quotidiana è subordinata alle angherie dei più forti, in cui ogni tipo di sopraffazione sembra essere non solo giustificata, ma anche normale. La scelta è quindi di non trattare il tema in modo alto, idealizzato e magari patinato, ma con modalità quanto più sporche e dirette possibile. Una fotografia sgranata, interni e scenografie povere, pochi volti conosciuti tra gli attori (l'eccezione è il solito Anthony Wong, poco più che un cameo nel ruolo dell'avvocato) - tutto contribuisce a ricreare un'atmosfera opprimente e senza via di fuga. Basti ad esempio la prima scena in cui Kuen Wah, appena tornato di prigione, inizia a farsi la moglie guardando contemporaneamente lo sport in televisione, con i genitori che cercano di nascondere suo figlio, per il quale l'uomo non prova certo simpatia. Questo naturalmente non basta a fare di Brother of Darkness un film impegnato o che possa puntare a qualsivoglia velleità artistica, ma è sufficiente a mostrare come un discorso serio e importante come quello sullo stato di salute di un'intera società, nel suo piccolo, possa essere affrontato senza peli sulla lingua e mediante pugni allo stomaco ben assestati (procedimento d'altronde proprio del regista Billy Tang prima maniera).
Un film quindi prettamente commerciale ed exploitativo, nessuna illusione in merito - che probabilmente ha solo come pretesto i risvolti sociologici. Un film oltretutto imperfetto, troppo retoricamente enfatico e sbilanciato (recitato non certo eccelsamente e con una sceneggiatura risicata e non troppo approfondita, per citare i due difetti più evidenti). Ciononostante un buon esempio di discorso marginale, perennemente in bilico. Una pellicola di confine i cui difetti innegabili sono evidenti a prima vista, ma che nonostante tutto continua ad esercitare un inspiegabile fascino sul fruitore.

Hong Kong, 1994
Regia: Billy Tang
Soggetto / Sceneggiatura: Kong Heung Sang
Cast: Ng Doi Yung, William Ho, Lily Chung, Chan Poi Kei, Chang Gan Wing

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