ComeuppanceTre personaggi, tre storie, tre vite che si incrociano: Sung è un assassino per caso, Michael un poliziotto, Hak un giornalista alla disperata ricerca di un soggetto. Tutto comincia con un caso davvero insolito, un omicidio, per avvelenamento, la cui vittima è un esponente in vista delle triadi; al fattaccio ne seguono altri, tutti altrettanto fantasiosi quanto a esecuzione e tutti accomunati dall'uso del veleno. La notizia viene amplificata a tal punto da creare una sorta di trend che porta lo scrittore a cimentarsi con un romanzo a puntate ispirato ai delitti. Ma l'occasione è troppo buona per non essere colta al balzo e così l'assassino a sua volta si ispira alla finzione che legge ogni giorno sui giornali per eseguire omicidi sempre più azzardati. Impensabile che la polizia non sia sulle sue tracce, e che un astuto boss non cerchi di approfittarsi del giornalista per manovrare implicitamente il sicario.
La Milkyway, con Johnnie To e Wai Ka-fai dediti alle commedia, per nostra fortuna continua a puntare, su produzioni e registi sottovalutati: per Comeuppance Derek Chiu si ispira alla carica eversiva e allo sperimentalismo ironico di Too Many Ways to Be No. 1. Agli autori interessa raccontare una storia e al tempo stesso far sì che dal contesto emergano le psicologie dei personaggi. Ne derivano caratteri costruiti bene in situazioni credibili: lo spostamento tattico permette agli attori di diventare pedine e di incastrarsi nelle vicende con estrema fluidità. Interpreti validi come Jordan Chan o Patrick Tam, accantonati troppo presto dalle grandi produzioni, in un gioco del genere riescono a primeggiare.
La cura maniacale dei dettagli si riflette in una serie di scelte aggressive, efficacemente studiate a tavolino. La struttura tutt'altro che lineare, con continui segmenti che si intervallano, alternando flashback e sbalzi temporali, costituisce un puzzle solo apparentemente insolvibile, ma in fondo semplice e concreto. L'ottima fotografia e la colonna sonora (sovrac)caricano le inquadrature di colori e di suoni, con l'irrinunciabile supporto di una regia personale: un taglio anticonvenzionale fatto di inquadrature sbilenche e ralenti improvvisi che invece di nuocere al ritmo imposto ne esalta la velocità specifica e ne lima le asperità. Derek Chiu è il simbolo di un mondo sotterraneo che continua a lavorare per i fatti suoi, ignorando bellamente le mode del momento e prendendosi i propri rischi, con autorevolezza. Grazie ad autori del suo calibro, sempre affidabili, possiamo godere di un cinema che, ancorché povero e poco remunerativo, è sempre stimolante e originale.

Hong Kong, 2000
Regia: Derek Chiu
Soggetto: Benny Li
Sceneggiatura: Derek Chiu, Benny Li, Zevia Tong
Cast: Jordan Chan, Patrick Tam, Sunny Chan, Wu Hsing-guo, Benny Li

 

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