Crime StoryEddie Chan, ispettore della polizia di Hong Kong dal profilo psichiatrico instabile, viene incaricato di proteggere un ricco impresario edile, convinto di essere bersaglio di un imminente sequestro. Nonostante il grado di massima allerta, l'uomo d'affari viene rapito e Chan, oltre a combattere contro i fantasmi del proprio passato, deve cercare di risolvere il caso prima che la famiglia dell'industriale sia costretta a versare il riscatto preteso dai sequestratori, 60 milioni di dollari di Hong Kong. In questa delicata missione Chan viene affiancato dall'esperto detective Hung...
Prima parte di una trilogia dedicata alla polizia di Hong Kong, e completata l'anno seguente con il più scanzonato Rock'n Roll Cop e il più ortodosso Organized Crime & Triad Bureau, Crime Story trae ispirazione da un fatto di cronaca realmente accaduto a Hong Kong: il rapimento del miliardario Wong Tak Fai. In ossequio al suo pretesto narrativo, il film di Kirk Wong (o Che-Kirk Wong che scriver si voglia) denota una palese volontà documentaristica, resa ancora più manifesta dalla rigorosa progressione cronometrica scandita dalle reiterate sovrimpressioni. La pellicola, tuttavia, lungi dal limitarsi a una scolastica quanto nervosa scansione di eventi criminosi, coniuga mirabilmente rigore bressoniano e furore fulleriano, in un empito di realismo ipercinetico che trascolora sovente in un verismo dolente e beffardo, testimone lucido ma impotente di una realtà che sta per lasciarsi alle spalle il punto - umano e sociale - di non ritorno. Il regista, che fin dal suo esordio nel 1981 con The Club antepone alla mitopoiesi lo studio spietato di una quotidianità avida, viscida e amorale, mette in scena con dinamica efficacia lo psicodramma urbano di una società ostaggio delle arcigne leggi del profitto e del suo bifido scudiero, il doppiogioco. L'imprevedibile traiettoria del Potere è ribadita dalle parole dello stesso Kirk Wong, che non esita ad ammettere che «nei nostri film c'è sempre la sensazione che possa succedere qualunque cosa. Un tipo è seduto serissimo, e un istante dopo può ridere come uno scemo e contemporaneamente ammazzare una decina di persone. E' qui il divertimento». In questo scenario urbano plumbeo e precario sorprende, ma non stona, la presenza di Jackie Chan, il giullare e saltimbanco del kung fu, legittimamente smanioso di variare il proprio spettro artistico e poco propenso a rimanere intrappolato nelle dorate trame della funambolica commedia d'azione. Il suo coraggioso tentativo di sottrarsi alle sabbie mobili dei virtuosismi ginnici naufraga però clamorosamente, nonostante Wong dissemini la pellicola di forsennati inseguimenti e realistiche deflagrazioni. Una di queste, non autorizzate, costò al regista addirittura la galera, e fu Jackie stesso a completare il film, previo quotidiano consulto con il cineasta durante l'ora di colloquio.

Hong Kong, 1993
Regia: Kirk Wong
Soggetto / Sceneggiatura: Cheung Lai Ling, Chan Man Keung
Cast: Jackie Chan, Kent Cheng, Law Kar-ying, Au Yeung, Christine Ng

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