My Loving Trouble 7Sceneggiatore di punta della U.F.O., James Yuen oggi è alla ricerca della sua giusta collocazione nel panorama registico: più a suo agio con la commedia che con l'azione, media le sue aspirazioni con My Loving Trouble 71, parodia in chiave romantica dei film di spionaggio. Una farsa fracassona che vede un pubblicitario coinvolto in un complicato intrigo a causa di un'avvenente spia industriale di cui si è innamorato. La trama è un pretesto per mettere in scena una commedia giallo-rosa, condita da una serie di equivoci e da situazioni paradossali; la bravura di Yuen sta nel tenere alto il ritmo e nel dosare sapientemente parti umoristiche e serie, dimostrando di sapere giocare con i generi, allegramente, senza prendersi troppo sul serio e senza scivolare nei territori della demenzialità fine a se stessa. La sceneggiatura, opera della stesso regista, è ben calibrata, pensata per crescere progressivamente: dopo un prologo necessario per farci comprendere il personaggio di Shu Qi, agente segreto addestrato sin dall'infanzia per essere pronto all'azione ma stanco di questa vita, entra in scena il vero mattatore della pellicola, Patrick Tam2, che gigioneggia per tutto il tempo cambiando maschera - si finge gay con i clienti, maturo con l'ex fidanzata, sincero con Julia, distaccato con gli amici maiali - e atteggiamento ad ogni soffio di vento.
L'insieme dei personaggi è composto con gusto grottesco, in modo da esaltare i contrasti e da far emergere i caratteri più forti. Una serie di gag ai limiti della stupidità - tutta la sequenza dell'allenamento rubata da Entrapment e travisata dagli spioni per un amplesso lesbico tra due prostitute - non sono comunque mai sotto il livello di guardia del buon gusto: nelle mani di qualcun altro si sarebbe potuto temere il peggio; Yuen riesce invece sempre a mantenere una certa eleganza di fondo. Che trasforma poi in eleganza formale quando può ragionare con la macchina da presa: sintomatico è il fatto che con appena mezza dozzina di film alle spalle, il giovane regista possa ormai essere considerato un veterano. In possesso peraltro di un vero e proprio stile, personale, sorretto da una fotografia colorata, vivace, e da una colonna sonora solo apparentemente ai margini. Il tratto caratterizzante delle opere dell'autore in fieri è sempre l'ottima direzione degli attori - merito anche di un ottimo fiuto nel casting -, che si trasformano a seconda delle esigenze del copione. My Loving Trouble 7 non sarà il film più intelligente della stagione, ma è allegro e divertente, felicemente sconclusionato e ricco di citazioni: una commedia spensierata che ha nel pubblico giovane il proprio bersaglio e a cui difficilmente si può chiedere maggiore concretezza.

Note:
1. Il sette finale è un retratto del titolo cinese, che riporta la sigla 777 dell'agente segreto interpretato da Shu Qi. Tralaltro proprio a causa del titolo ci fu ai tempi della produzione una grossa polemica su un possibile plagio di From Beijing with Love di e con Stephen Chiau.
2. Il nome del cui personaggio non a caso è Jim-See-Bon - detto James -, chiara allusione al più famoso agente segreto della storia del cinema.

Hong Kong, 1999
Regia: James Yuen
Soggetto / Sceneggiatura: James Yuen
Cast: Patrick Tam, Shu Qi, Tien Hsin, Michael Tse, Eddie Ko

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