Story of RickySiamo nel futuro. In un megacarcere viene rinchiuso Ricky, un bel ragazzotto muscoloso accusato di aver ucciso una banda di mafiosi che avevano brutalmente assassinato la sua ragazza, diventata tossicodipendente per colpa loro. All'interno del carcere, gestito da una specie di sosia orientale di Bombolo che ha un uncino al posto di una mano e un occhio di vetro all'interno del quale nasconde le caramelle, vige un clima di corruzione e violenze sui più deboli. Ricky, paladino della giustizia, non riesce a tollerare le incredibili violenze commesse e lotterà a mani nude contro tutti i cattivi sguinzagliati dal vero direttore del carcere, un ometto dai poteri insospettabili, e si farà strada versando sangue e budella (sue e dei suoi avversari). La logica è quella del videogame, quindi di livello in livello affronterà nemici sempre più forti fino ad arrivare al cattivissimo (e gommosissimo) mostro finale.
Questo film, tratto da un fumetto giapponese di Tetsuya Saruwatari e Takajo Masuhiko, è una specie di Ken il guerriero live action diretto da Peter Jackson: gli effetti splatter sono incredibili e numerosissimi in un clima divertentissimo alla Splatters - Gli schizzacervelli. La particolarità di Ricky è che è una specie di immortale. Possono capitargli cose atroci ma il suo corpo esce indenne da qualsiasi attacco (da citare la scena dove gli vengono tagliati i tendini del braccio durante un combattimento: Ricky li riannoda insieme usando i denti, poi con ago e filo si ricuce la ferita continuando a lottare!). Il film è costellato da una serie di siparietti naif dal dramma talmente esasperato che finiscono per essere comici, come l'amicizia con il ragazzo triste senza la lingua che suona melodie struggenti o i mielosissimi flashback con la fidanzata. Non si capisce se l'intenzione sia di riderci sopra o meno, ma visto il tono generale del film propenderei per una media presa in giro1.
Il regista Nam Nai Choi ha frequentato tutti i generi exploitation, dall'horror (The Seventh Curse), al fantasy (The Peacock King), passando per l'erotico, dimostrando sempre una gran dimestichezza nell'utilizzo della macchina da presa e nel rendere i toni molto leggeri. Come con gli altri film, anche in questo riesce a imporre un ritmo incalzante, divertente, con barocchismi come il cazzotto che mostra la radiografia del cranio rotto al momento dell'impatto2.
Un punto debole del film sono le coreografie delle scene di kung fu, veramente di scarsissima fattura, soprattutto se si pensa che questo film è un prodotto della Golden Harvest, storica casa di produzione del migliore cinema di arti marziali post Shaw Brothers. Sembra però che la cosa non interessi troppo, in quanto pare un film pensato più per il pubblico giapponese (e occidentale) che cinese. Rimane, infatti, un caso isolato nella cinematografia locale e fa nascere grandi delusioni in chi, accostandosi per la prima volta ad un film - se così possiamo chiamarlo - horror di Hong Kong, pensa che troverà altri film simili, ricchi di sangue e frattaglie.
Se poi vogliamo fare i (critici) seri (che se la menano) possiamo anche dire che forse gli attori non sono il massimo (anche se, nella logica-fumetto sono a dir poco perfetti e praticamente identici agli originali di carta) e che la sceneggiatura non esiste; ma come si può non adorare un film dove uno dei personaggi finge di fare harakiri e, estraendosi le budella, cerca di strozzare Ricky? Questo film è un capolavoro che farà impazzire i fan di Peter Jackson o del primo Sam Raimi.

Note:
1. Anche se non ne sono così sicuro, vista l'abitudine dei registi cantonesi di mischiare i generi e soprattutto di cambiare continuamente registro nello stesso film - vedi The Untold Story, uno dei film più impressionanti di Hong Kong, che alterna scene agghiaccianti e comicità di bassissima lega.
2. Lo stesso effetto è stato bassamente riciclato 8 anni dopo in Romeo deve morire, fallimentare tentativo di lanciare ad Hollywood Jet Li.

Hong Kong, Giappone, 1991
Regia: Nam Nai Choi
Soggetto / Sceneggiatura: Nam Nai Choi
Cast: Fan Siu Wong, Fan Mei Sheng, William Ho, Yukari Oshima, Tamba Tetsuro, Gloria Yip

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