Take FiveLungi da ogni possibile paragone quanto a risultato finale, l'idea che anima Take Five non è da biasimare: una parodia del teen-thriller americano inaugurato dalla penna di Kevin Williamson (alla So cosa hai fatto, tanto per intenderci), anticipatore per certi versi del geniale Scary Movie (2000). Con la sola essenziale differenza che Take Five è a dir poco insulso. Pellicola co-diretta da due artigiani senza arte né parte, il direttore della fotografia Ally Wong e Roman Cheung. Sceneggiatura (a quattro mani) e produzione sono appannaggio del più scarso dei Tony Leung, che come è solito fare si affida al braccio destro Chan Hei Man per la produzione esecutiva e a Yip Gwok Wing per l'organizzazione generale.
Take Five è un thriller incolore, una commedia insipida, un horror mancato: insomma, di peggio difficilmente si sarebbe potuto fare. Lo script presenta troppi buchi neri, troppe lacune e soprattutto troppi personaggi senza il minimo collegamento logico. L'interazione dei molteplici caratteri è più casuale che causale e l'incidenza dei fatti, anche di quelli più salienti, finisce per non interessare più di tanto. Nella circostanza il pubblico avrebbe dovuto abboccare all'amo delle popstar Athena Chu e Edmond Leung, ambedue praticamente assenti dalla scena fino al turbolento epilogo. Sorprende piuttosto il pessimo utilizzo di alcuni caratteristi di lusso - Cheung Tat-ming nel ruolo di un prete, Wayne Lai in quello di un insegnante di recitazione e Tsui Kam-kong nelle vesti di un bidello che rifà Jean Reno in Leon -, visto che i giovani allo sbaraglio in fondo non sono neanche da buttare via.
Vita quotidiana di alcuni studentelli di una scuola d'arte: tra i sei amici c'è chi studia recitazione, chi danza, chi pittura. I personaggi sono tratteggiati con l'accetta: ci sono la timida ma carina, il belloccio egocentrico ed eroico, il simpatico con un profondo complesso emotivo, la ragazza sguaiata che si concede a tutti. Tutti piatti e prevedibili, senza personalità, blando tentativo di fotografare una generazione da cui altri registi hanno tratto spunti intriganti. Accanto a questi bambocci senz'anima una serie di macchiette insopportabili - su tutti l'onnipresente preside assetata di denaro - e poche idee intelligenti. Il che significa lasciare il campo ad una grossolaneria volgare che non sa essere mai caustica né ironica. Più passano i minuti e meno cresce l'interesse per il soggetto giallo e quando una poco plausibile soluzione viene offerta quale prelibato colpo di scena una inspiegabile (e fuori luogo) virata verso l'horror soprannaturale fa rimpiangere i b-movies di una volta.

Hong Kong, 1998
Regia: Ally Wong, Roman Cheung
Soggetto / Sceneggiatura: Tony Leung Hung-wah, Lai Kai Git
Cast: Athena Chu, Edmond Leung, Wayne Lai, Ma Tai Lau, Cheung Tat-ming

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