The Big HoldupTraditi dal loro mandante (e da due complici), che li ha derubati del cospicuo bottino di un colpo in banca, sette rapinatori, braccati dalle forze di polizia, si trovano costretti a fuggire alla disperata nella speranza di riuscire a espatriare da Hong Kong. Divisi e con le spalle al muro, segnati da rimorsi, ferite e problemi di ogni tipo, i criminali si danno alla macchia nella speranza di farla franca. Ognuno di loro ha una precisa motivazione che lo ha spinto a prendere parte al colpo: Jiuzai è un ragazzo povero, senza padre (ma con un patrigno ubriacone); Ma Rulong un'ex stella del cinema di kung fu cui un incidente ha troncato la carriera; Huang Philip un noto corridore costretto a raccimolare soldi per esaudire l'ultimo desiderio della fidanzata morente; Li Guocheng un drogato oberato dai debiti; suo fratello Guochao un brav'uomo che si fa carico dopo la morte della madre della difficile situazione del parente.
Tra un wuxia e l'altro Chor Yuen - è anche autore della sceneggiatura, nascosto da uno degli abituali pseudonimi - cavalca l'onda del cinema d'azione moderno, dimostrando sufficiente disinvoltura anche senza l'usuale contorno in costume. The Big Holdup è un noir duro, teso, crudo, il cui ritmo è dato dalle pause e dai numerosi flashback più che dalle sequenze movimentate vere e proprie. Influenzato, soprattutto all'inizio, dal poliziottesco nostrano, da quello americano - l'uso esasperato di ralenti e montaggio, à la Sam Peckinpah - e da quello coevo autoctono, appena nato (Police Force di Chang Cheh; Kidnap di Chin Gong) e fortemente anticipatore dei fasti della New Wave di fine decennio. La storia ripropone la solita indagine [sociale] su un [folle] cittadino al di sopra di ogni sospetto, homo homini lupus in una società che al boom economico contrappone cinicamente la perdita dei valori morali tradizionali - la famiglia che si disgrega (il patrigno manesco, il fratello drogato, la moglie malata di cancro, la madre assente, la figlia abbandonata; tutto culmina nel padre che uccide a sangue freddo il figlio); l'amore e l'educazione deficitari; la fiducia mal riposta e il tradimento come espediente ricorrente; la corruzione di polizia e dintorni; il denaro come unico scopo vitale - e della gioiosa innocenza del decennio precedente. La veemente vena melodrammatica è un retratto del passato cantonese di Chor; i disperati disposti a tutto un aggiornamento ancor più tragico ai tempi moderni (e alla maggiore violenza) dei ragazzi fuori strada di The Joys and Sorrows of Youth. Cast stellare di provenienza marziale: curioso il riferimento autoreferenziale al divo cinematografico in caduta libera dopo un incidente sul set. Unica grossa pecca: il gruppo si sfalda troppo in fretta per poterne vagliare con cognizione la chimica d'insieme. La retorica del singolo di buon cuore colpisce tutti i personaggi e finisce per prevalere didascalicamente sulla potenziale ferocia dell'assunto di partenza.

Hong Kong, 1975
Regia: Chor Yuen
Soggetto / Sceneggiatura: Chun Yue
Cast: Yueh Hua, Ling Yun, Chen Kuan Tai, Danny Lee, Wong Chung

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