The Cave of Silken WebNel prosieguo della loro pellegrinaggio verso l'India, alla ricerca delle sacre scritture, il monaco Tang e i suoi compagni di viaggio - il dispettoso Monkey King, potente e astuto; il pavido Pig, sempre stanco e a caccia di donne; il fidato Sand, comparso nel secondo episodio della serie e qui in maggiore evidenza - si avvicinano pericolosamente alla grotta dove vivono sette streghe sorelle, intenzionate a catturare il monaco per cucinarne le carni e ottenere così l'immortalità. Impaurite dalla forza del Monkey King, le donne ragno ordiscono un'imboscata per intrappolare il monaco e neutralizzare la sua scorta: il piano diabolico sembrerebbe funzionare come previsto, ma anche tra le sorelle ci sono livori e contrasti di potere interni.
Terzo appuntamento della serie messa in piedi dagli Shaw Brothers per omaggiare su grande schermo un grande classico della letteratura cinese, Il viaggio in Occidente, The Cave of Silken Web - viene dopo The Monkey Goes West e Princess Iron Fan, sarà seguito dall'ultima pellicola del filone, The Land of Many Perfumes - è un'incursione esotica, barocca, sontuosa nell'immaginario fantastico collettivo; e una rimescolanza curiosa di afrori sexy - le bellissime streghe, i loro ammiccanti costumi - e atmosfere gotiche orrorifiche (l'ombrosa caverna palcoscenico dei fatti, gli omicidi macabri - senza sangue, ma comunque cruenti -, la inquietanti tattiche psicologiche). La saga sfrutta in misura sempre maggiore gli effetti speciali - per lo più ottici: ma anche quelli semplicissimi sono ammalianti - per infondere nel pubblico quel gusto surreale e grottesco da fantastique disinibito e senza regole. Il che non implica una rinuncia al classicismo della tradizione di duelli, combattimenti - molto ben coreografati, compresi quelli visibilmente velocizzati -, personaggi cardine del testo di partenza. Diminuiscono piuttosto, per quantità, non per qualità e importanza, i numeri canori, riservati a pochi vibranti duetti. Risplende invece la fotografia, ricca di contrasti e vivace negli spazi esterni, macabra e scura nelle numerose sequenze all'interno della grotta. Accanto al gruppo di protagonisti - da segnalare la sostituzione di Yueh Hua dal ruolo della scimmia: che sia stata la sua defezione a far tornare in primo piano il gruppo, unito e ben determinato a sconfiggere le forze del male, invece del singolo eroe, al contrario di quanto accadeva in Princess Iron Fan?1 -, una serie di bellezze al bagno, ancelle malvagie, (s)vestite e provocanti, sensuali e disinibite incarnazioni della liberalizzazione dei costumi.

Hong Kong, 1967
Regia: Ho Meng Hua
Soggetto / Sceneggiatura: Ching Gong
Cast: Ho Fan, Pang Pang, Chow Lung Cheung, Angela Yu, Sam Yi

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