The New Legend of ShaolinDurante la dinastia Ching, nello stesso frangente storico in cui si muove l'eroe Fong Sai-yuk (da Jet Li interpretato l'anno precedente nei due film omonimi, e nominato en passant persino in questo), prende il via la storia dell'altrettanto reale - pur se meno conosciuto - Hung Hei-kwun / Hung Shi Kwan, discepolo del tempio di Shaolin e perseguitato dai dominatori Manchu. Tornato a casa dopo lunga assenza, il protagonista trova la sua intera famiglia brutalmente sterminata. L'unico sopravvissuto è suo figlio, così piccolo da sapere a malapena camminare. In un frangente tanto pericoloso, inseguito dai sicari del governo che certamente cercheranno di eliminarlo, Hung decide allora che sarà il destino a stabilire se il figlio è adatto a vivere o meno. Superata la prova, il nostro eroe si appresta così a partire con il figlio in spalla, ma incontra Ma Ling Yee, amico del tempio di Shaolin che si dispera per non essere arrivato in tempo pur sapendo delle intenzioni del governo. In realtà Ma è un collaboratore e cercherà di uccidere Hung, che riesce comunque a fuggire. Passano sette anni e suo figlio cresce, allevato nello studio delle arti marziali e alla vendetta. Senza una fissa dimora e senza soldi, i due sono costretti a girovagare per sfuggire alle trappole disposte per ucciderli. Finiranno per l'essere assunti come guardie del corpo da un signorotto locale, il quale si è appena accaparrato Red Bean, una giovane che non avendo i soldi per dare degna sepoltura alla madre morta, si dà in sposa al miglior offerente. Neanche da dirlo, madre e figlia sono in realtà una coppia di esperte ladre che, una volta entrate nella casa del ricco signore, avranno il solo scopo di sottrargli ogni bene, avendo in questo caso la complicazione del solerte Hung. Come se non bastasse, il figlio del signorotto locale è poi un allievo del tempio di Shaolin cui, assieme ad altri quattro ragazzi, è stata tatuata sulla schiena parte di una mappa per raggiungere un favoloso tesoro. I Manchu, scoperta la cosa, metteranno a ferro e fuoco il tempio pur di ricomporre la preziosa mappa...
La carne al fuoco è decisamente molta e in questo caso non ci si può lamentare di una trama eccessivamente piatta, come troppo spesso capita di dover fare con film del genere. A spiacere è semmai il tocco di Wong Jing, che non perde occasione per farsi notare; la pellicola è costellata di momenti comici al limite dell'assurdo che in più di un'occasione spezzano il drammatico svolgersi degli eventi. A dispetto delle previsioni, però, nella maggioranza dei casi l'effetto non stona e a tratti diviene persino piacevole, come nell'intrecciarsi di equivoci tra Jet Li e Chingmy Yau all'interno della casa del loro protettore; valga ad esempio la sequenza in cui Red Bean cerca di cucire a Hung un vestito su misura nel tentativo di immobilizzarlo, mentre alla fine si ritroverà completamente intricata nei suoi stessi aghi e fili, alla mercé di Hung. Jet Li si dimostra più pronto che in altre occasioni sul versante sentimentale, e il suo rapporto con la ladra rimane sempre credibile. La stessa Chingmy Yau è brava nel dare risalto a un personaggio ambiguo e ammiccante che di ingenuità e sensualità tenta di fare le sue armi. Parole a parte merita invece Tze Miu, il bambino co-protagonista, divertente da guardare quando si prodiga nelle arti marziali o nelle parti assieme al severissimo padre (ad esempio quando entra in scena in equilibrio su un piede solo sopra la spalla di Jet Li, reggendogli l'ombrello); avrebbe solo avuto bisogno di un diverso acconciatore - quanto è buffo con quel ciuffo di capelli impomatato - e di riuscire a cambiare almeno ogni tanto l'espressione perennemente imbronciata. In ogni caso all'epoca riscosse un discreto successo, visto che sotto l'egida di Wong Jing tornò a recitare in God of Gamblers' Return, Teenage Master e soprattutto in My Father Is a Hero, di nuovo con Jet Li.
Le scene di combattimento sono discretamente distribuite lungo la pellicola, tanto da non far decadere l'interesse, e pur non raggiungendo i vertici sfiorati da Jet Li in altri casi (non c'è bisogno di citare Once Upon a Time in China), non sfigurano affatto - grazie soprattutto all'apporto di Corey Yuen Kwai - in particolare quando Wong Jing decide di calcare la mano sull'improbabile e l'eccessivo. La lancia retrattile di Hung, la trasmutazione di Ma Ling Yee in essere metallico e invincibile, a metà strada tra il Freddy Krueger di Nightmare - Dal profondo della notte e Tetsuo, e il rocambolesco finale sono tocchi di sana follia che da soli valgono la pena di essere visti.
Non aspettandosi troppo, un discreto passatempo.

Hong Kong, 1994
Regia: Wong Jing
Soggetto / Sceneggiatura: Wong Jing
Cast: Jet Li, Chingmy Yau, Tze Miu, Deannie Yip, Yeung Wai

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