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Diverse provenienze, diverse esperienze
Esaminate alcune delle mille forme della recitazione umoristica, bisogna ora interrogarsi sulla provenienza di questi attori. Da sempre il cinema ha saccheggiato gli altri media, i potenziali interpreti e ne ha copiato tendenze e caratteristiche. Ma c'è una fucina più prolifica delle altre? O un laboratorio più efficace nel regalare talento comico al grande schermo? Ovviamente un posto privilegiato spetta alla televisione, che fin dagli esordi ha rifornito il fratello maggiore esportando le sue merci più prelibate. I tre fratelli Hui conducevano insieme un popolare varietà, 73; Chow Yun Fat viene dalla fiction (drammatica); Stephen Chiau si è rivelato con uno spettacolo per bambini; uno show imperituro come Enjoy Yourself Tonight, sulla falsariga dell'americano Saturday Night Live, ha messo in luce tanti volti nuovi. Il percorso di influenze è reciproco, di andata e ritorno, e viceversa, soprattutto oggi, visto che il cinema vive tempi magri e la televisione, marcatamente riguardo a telefilm e soap operas, no. E' non è un caso che la regina della commedia degli anni ottanta, Carol Cheng, abbia preferito in anni recenti condurre il Chi vuol essere milionario? locale rifiutando quasi tutti i ruoli propostile da registi e produttori; o che allo stesso modo Kenneth


Gentiluomini presta(n)ti
Accanto ai caratteristi spudoratamente comici vanno segnalati alcuni interpreti più versatili della media che pur prestati alla commedia hanno dato dimostrazione di talento e di grandissima capacità di adattarsi ad ogni contesto. Solitamente questi protagonisti sono belli, aitanti e in altri ruoli si sono conquistati i favori del grande pubblico: la prova della stupidità ne esalta per contrasto la bravura e l'apprezzamento; oltre alla capacità, spesso ai limiti del masochismo, di sacrificarsi - ben pagati, ci mancherebbe - per soddisfare le esigenze di un'industria multiforme. Non parliamo soltanto di interpreti - come ad esempio il primo irresistibile Chow Yun Fat, la cui agilità comica ha aperto molte strade, non ultima quella di Stephen Chiau -, che prima si sono fatti un nome nel settore e poi hanno fatto il salto della barricata verso lidi drammatici e maggiormente impegnati. Ma piuttosto di attori che hanno anche avuto l'ardire di rischiare in prima persona il proprio nome: come i due Tony Leung, entrambi demenziali ma concreti in The Eagle Shooting Heroes, o Andy Lau, più volte costretto a sopportare le angherie di Stephen Chiau (gli va meglio quando è lui il leader comico, ma in queste circostanze il suo ego finisce per prevalere e si dimostra poco funzionale e meno versatile del previsto). Leung Chiu-wai si è messo in gioco più spesso, Leung Ka-fai si è abbandonato alla farsa con minori timori, affrontando anche situazioni imbarazzanti per un attore del suo calibro, come quando in God of Gambler's Return si mimetizza da orologio a pendolo semplicemente infilandosi due lancette in bocca. In anni passati il divo Peter Chen, passando dai ruoli passionali dei film girati per la Cathay, si era spinto, per quanto fosse possibile negli anni sessanta, vicino a limiti simili: soprattutto dopo il passaggio agli Shaw, meno giovane e più scafato, Chen diventa una parodia della sua immagine. In Hong Kong Rhapsody concupisce donne con estrema facilità prima di ravvedersi; in Love Parade duetta con Lin Dai come Spencer Tracy faceva con Katherine Hepburn. Un simile gioco di riletture e contrasti, anche intertestuali, prevede spesso l'inversione dei ruoli: il macho diviene così effemminato e il gay, piatto prelibato per le controparti femminili, è facilmente redento e riportato sulla retta via dal vero sesso forte. Nel primo caso non bisogna quindi stupirsi di vedere Michael Wong, poliziotto e guerriero per antonomasia, in Whatever You Want... nei panni di un genio asessuato cui il viscido Jordan Chan dà lezioni di sensualità o in I'm Your Birthday Cake, fatalmente omosessuale, dove ripete il gioco insegnando a Chingmy Yau come sedurre un industriale impotente. Il secondo metodo, più razzista, prevede l'omosessualità come mero scudo nella lotta

Note:
6. Cfr. in proposito: Winnie Fu, Agnes Lam - Airwave Novels and the Movie World e Lang Wun - Airwave Novels in Their Prime: On Airwave Novels and the Cantonese Cinema in the 50s and 60s, entrambi in Hong Kong Film Archive Newsletter #8 (maggio 1999).
7. Cfr. The Early Cantonese Cinema: The Opera Connection, in Stephen Teo - Hong Kong Cinema - The Extra Dimensions (British Film Publishing, 1997 - pagg. 40-43).